Lo scrittore Stella contro Paderni: "Uccise De Buoi"

Non arretra di un centimetro, Gianfranco Stella. Anzi, rilancia: "Sono convinto che Paderni abbia ucciso De Buoi. Io scrivo solo quando sono convinto. Se nel dire questo commetto un reato, pagherò". Lo scrittore ravennate, autore di saggi storici sulle violenze dei partigiani comunisti nel ’triangolo rosso’, ha parlato ieri al processo che lo vede imputato di diffamazione dopo la querela dei parenti dello scomparso Amleto Paderni, comandante partigiano e poi ex sindaco di Scandiano. Pomo della discordia è il capitolo del libro ’Compagno Mitra’ dedicato all’uccisione del medico condotto della frazione Arceto, il marchese Luigi De Buoi. Vicenda reggiana, con processo a Ravenna in quanto luogo di pubblicazione del volume. Nella prima edizione – 3000 copie –, analizzando le ragioni che non avevano condotto ad assicurare la giustizia gli assassini del medico, aveva scritto che i tre imputati furono prosciolti per amnistia, che invece Paderni aveva rifiutato ottenendo l’assoluzione. Poi, nelle nuove edizioni, aveva aggiustato il tiro.

Eppure, per il 76enne saggista, la sostanza non cambia. E ha citato tre fonti all’origine della sua ricerca storica: "Una relazione olografa del Pm di allora, fonti partigiane con un elenco di persone da eliminare, tra cui De Buoi; un invito allo stesso a visitare un partigiano ferito, che poi si rivelò una trappola, firmato da Ermes, che era il nome di battaglia di Amleto Paderni, il quale veniva indicato come massima autorità militare e civile della 5ª zona dal maggio al dicembre ’45, quella dove sono avvenuti tanti omicidi". Paderni diceva di non aver mai conosciuto i due sicari, ma per Stella "mentiva, in quanto erano suoi soldati".

Lorenzo Priviato