Lo sfregio. Raid e rapina a Casa Cervi: rubato l’incasso

Portati via 80mila euro, l’amarezza dei volontari. Il figlio di Aldo: "Un insulto alla storia e al 25 Aprile".

Lo sfregio. Raid e rapina  a Casa Cervi: rubato l’incasso

Lo sfregio. Raid e rapina a Casa Cervi: rubato l’incasso

GATTATICO (Reggio Emilia)

Casa Cervi, sera del 25 aprile. La grande Festa volge al termine, qui dove la Liberazione si respira e si vive ogni giorno: siamo nella patria dei Sette fratelli, fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943. È tardi e a Gattatico sono tutti stanchi ma sorridenti, si raccolgono le fatiche e i soldi della giornata. E proprio con l’incasso – oltre 80mila euro – due collaboratori dell’Istituto raggiungono il parcheggio per andare in una banca a mettere al sicuro la somma, versandola in una cassa continua. I soldi sono nello zaino. Ma qui, nell’area sosta, in un lampo i due (un volontario e una dipendente) vengono aggrediti da quattro rapinatori incappucciati che senza esitare assaltano l’uomo con gli spray.

Lui si mette a urlare dal dolore. I volontari, complice l’effetto sorpresa e il terrore di quel momento, non hanno il tempo di reagire, non possono nulla. I rapinatori si scambiano poche frasi, in italiano perfetto: ‘Prendi, dai, andiamo’ e si dileguano nella notte nella campagne tra Campegine e Gattatico. Il tutto in appena 19 secondi. La scena viene registrata dalle immagini della videosorveglianza. E da qui ora si partirà per dare un volto a quegli uomini. Indagano i carabinieri ed è caccia aperta alla banda che è scappata a bordo di un’auto, lasciando sotto choc la comunità di Gattatico, fino a un attimo prima impegnata nei festeggiamenti con oltre 200 volontari e 12mila partecipanti, oltre a ospiti come l’ex premier Romano Prodi, il segretario della Cgil Maurizio Landini e il presidente della Regione Stefano Bonaccini, artisti e deejay.

Un colpo, si pensa, organizzato e definito nei minimi dettagli per essere messo a segno nel modo più rapido possibile, mentre i volontari stavano sistemando il parco. A quell’ora era ancora pieno di gente. I soldi portati via erano l’incasso raccolto dalle 11 del mattino: servivano a sostenere l’Istituto e le tante attività culturali, storiche, antifasciste. Non riesce a nascondere l’amarezza Adelmo Cervi, figlio di Aldo, il terzo dei sette fratelli: "Ancora una volta non c’è rispetto, quanto accaduto è un insulto non solo per la storia dei Cervi, ma anche per la Resistenza e la democrazia. Mio padre e i miei zii hanno dato la vita per la libertà, non meritano questo. Un atto simile è un insulto anche per quei volontari che per una settimana hanno lavorato senza sosta per organizzare una manifestazione così grande e così bella, non era facile. Uno sforzo enorme, ora ripagato in questo modo. A loro tutta la mia solidarietà". L’aggressione non ha avuto conseguenze sulle persone, ma "in pochi secondi è andata in fumo buona parte del ricavato di uno splendido 25 aprile", dicono dall’Istituto, il lavoro dei tanti volontari e collaboratori di Casa Cervi e l’entusiasmo di un pubblico partecipe e generoso. "Uno schiaffo a tutto il popolo di Casa Cervi – le parole della presidente dell’Istituto, Albertina Soliani –. Questa Casa è ancora nel mirino, 80 anni fa incendiata dai fascisti, oggi bersaglio di questa aggressione". Una pioggia di messaggi, ieri, all’indirizzo dell’istituto Cervi: dal governatore Bonaccini al presidente della Provincia Giorgio Zanni, in tantissimi hanno espresso solidarietà all’Istituto.

Francesca Chilloni

Chiara Gabrielli