"Loro in gita, lei costretta a cambiar scuola"

Iniziato il processo a carico di due ragazzini accusati della violenza sulla compagna. L’avvocato della vittima punta l’indice

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di Alessandra Codeluppi

Lei, 15 anni, si sente così: due volte vittima.

Non solo di una violenza sessuale che, secondo l’accusa, avrebbe subìto da tre suoi compagni di classe, ma anche di paradossi e presunte trascuratezze avvenute dopo.

La ragazzina ha cambiato scuola.

"È l’unica, tra loro: due dei coetanei indagati invece sono andati persino in gita".

Non solo: "Verso di lei, parte offesa, c’è stata anche scarsa attenzione da parte del tribunale dei minori, che avrebbe dovuto attivare un percorso di tutela rivolgendosi al servizi sociali competenti. Invece non è accaduto: lei è seguita da uno psicologo che è stato indicato da me".

A denunciare il problema è l’avvocato Andrea Davoli, che tutela la minorenne: il legale ha seguito ieri la prima udienza a Bologna che vede imputati i due ragazzi che avevano scelto il rito abbreviato.

In base ai primi accertamenti dei carabinieri, coordinati dal pm Alessandra Serra, il 28 gennaio i ragazzi avevano saltato la scuola per uno sciopero e, dopo l’acquisto di alcolici, si erano ritrovati tutti nella casa vuota del genitore di un 15enne, l’unico arrestato.

La giovane aveva bevuto, raggiungendo, secondo quanto emerso all’ospedale, un considerevole stato di ebbrezza.

I tre ragazzi sono accusati di aver approfittato di lei, in quel momento incapace di dare un valido consenso agli atti sessuali.

Su chiamata della giovane, erano accorsi i carabinieri. Il 15enne era stato sottoposto ai domiciliari, gli altri sono rimasti a piede libero.

Tutti e tre devono rispondere di violenza sessuale aggravata dall’aver approfittato di una minore e delle sue condizioni alterate dall’alcol.

"Solo oggi (ieri, ndr), e non prima - prosegue l’avvocato Davoli - ho potuto visionare il fascicolo sulla vicenda che mi è stato finalmente messo a disposizione grazie al giudice Chiara Alberti".

Lei fino a poco tempo fa è stata in servizio nel tribunale di Reggio, prima di trasferirsi in quello dei minorenni.

Davanti al giudice, ieri sono stati interrogati i due ragazzini.

Il 15enne arrestato, difeso dall’avvocato Giacomo Fornaciari, presente insieme ai genitori, si è detto "dispiaciuto".

"Ho capito – ha asserito – che lei fosse ubriaca, ma ho equivocato".

"Non mi ero reso conto – ha aggiunto – del mancato consenso della ragazza, che non era in sé".

Ha anche riferito che era andato in quella casa per restare là.

E si è discolpato sulle contestazioni legate alle chat: "Non c’entro nulla".

Ha poi chiesto di sospendere il processo con la messa alla prova, il cui progetto - volontario e percorso psicologico - deve ancora essere messo a punto dai servizi sociali.

L’altro minorenne, assistito dall’avvocato Liborio Cataliotti, all’epoca dei fatti 14enne, ieri in aula con la madre, sta valutando se chiedere la messa alla prova o se affrontare l’abbreviato. Ieri avrebbe ridimensionato le accuse a suo carico.

Per il terzo indagato, difeso dagli avvocati Giulio Cesare Bonazzi e Simone Magnani, è invece già cominciato il processo con rito ordinario.