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Luca Cigarini, l’eterno leader: "Con la Feralpi servirà tanta grinta"
Il professore è tornato e la Reggiana ha trovato la prima vittoria al ‘Giglio’. Oltre alle letture di classe e all’assist per il gol, Cigarini ha fornito una leadership che qui nessun altro possiede. Il calcio – per fortuna – non è solo corsa o contrasto, ma anche astuzia e perfino capacità di relazionarsi con l’arbitro. Da grande professionista ha mandato giù il ‘sorpasso’ di Kabashi, ma alla prima occasione ha lasciato il segno e rimesso in discussione tutto. Come fanno i campioni.
Cigarini, nella partita col Venezia ha provato emozioni particolari?
"Si provano sempre, ma confesso che è stata un po’ diversa dalle altre. È stata una delle poche partite in carriera in cui ci tenevo particolarmente a fare bene a livello personale. Venivo da un periodo in cui giocavo poco e non ero riuscito a dare il mio contributo come avrei voluto". Come ha vissuto queste partite in panchina e quindi il suo rapporto con Nesta?
"Il mio rapporto con lui è quello che ci deve essere tra calciatore e mister, magari tante volte non sei d’accordo con le scelte, ma le devi capire. Poi è chiaro che un professionista debba sempre avere la voglia di giocare, a 20 anni, 25 o 37 come me, quindi il periodo non è stato facile. La panchina nel derby col Parma? Ci tenevo tantissimo e mi sono girate le balle, inutile nasconderlo".
Si è comportato da grande professionista anche quando, contro il Bari, le è stato chiesto di entrare quasi al 90°..
"Siamo pagati per questo e giocare anche solo due minuti mi fa felice perché durante la settimana mi faccio il mazzo. Devo sempre farmi trovare pronto, non è una frase fatta, perché la positività che si crea da un piccolo spezzone poi genera altre opportunità. Se non dai il 100% in allenamento è più facile per un mister farti fuori".
Fisicamente come si sente?
"Bene, il ginocchio è a posto e sono praticamente al top".
Per lei sono le prime esperienze in B: che campionato è?
"Direi strano, perché le squadre sono fisicamente pronte, tecnicamente e tatticamente di un buon livello e bisogna sempre essere disposti a pedalare a testa bassa. La partita col Venezia credo sia stata l’emblema, loro sono molto più esperti di noi, ma li abbiamo affrontati meglio a livello di mentalità".
Gondo l’ha più volte ringraziato per l’assist al bacio da cui è nato il gol: era una situazione già provata in settimana?
"Ci eravamo esercitati tanto sui calci piazzati, perché venivamo da un periodo dove si subiva tanto sotto questo aspetto e magari in fase offensiva non eravamo così pungenti. Sono stati bravi gli allenatori a farci capire che loro sul secondo palo avrebbero sofferto un po’, è andata bene".
Sabato affronterete la FeralpiSalò, esiste il rischio di una ‘non prestazione’ come a Terni?
"Se non capiamo che dobbiamo metterci qualcosa in più, sarà un campionato di alti e bassi che nessuno vuole fare. Dobbiamo continuare a crescere per trovare un equilibrio di prestazione che ci porterà alla salvezza".