Mahmoud nella segreteria Schlein "Ero reggiana ma non italiana Da lì è partita la voglia di cambiare"

La consigliera si occuperà di formazione politica. "Va ripensata con gli strumenti di oggi"

Mahmoud nella segreteria Schlein  "Ero reggiana ma non italiana  Da lì è partita la voglia di cambiare"

Mahmoud nella segreteria Schlein "Ero reggiana ma non italiana Da lì è partita la voglia di cambiare"

"È una persona che ho imparato a stimare molto in questi anni", ha detto di lei – subito dopo l’investitura – la leader Elly Schlein. La consigliera comunale reggiana Marwa Mahmoud, 38 anni, entra nella segreteria nazionale del Pd. Si occuperà di partecipazione e formazione politica. Da ieri il suo telefono trilla di continuo, la sua pagina Facebook trabocca di messaggi al miele. L’ora del trionfo.

In quattro righe, chi è Marwa Mahmoud?

"Una donna di 38 anni, mamma di una bimba di 11; una reggiana di origini egiziane che continua a fare attivismo politico".

Com’è nato il suo impegno?

"All’età di 18 anni ho chiesto la cittadinanza e ho dovuto aspettare 4 anni. Da lì è scattato tutto. Non ero come i miei coetanei, nonostante avessi fatto il liceo Moro e andassi all’Università a Bologna. Io dovevo rinnovare il permesso di soggiorno. Allora mi sono detta: questa cosa va cambiata".

E ha fondato varie realtà associative.

"Sì, ne faccio ancora parte. Nel 2019 il sindaco Vecchi mi ha chiesto di candidarmi e (sorride) sono arrivata quarta".

Chi l’ha sostenuta?

"Anche reggiani di lunga data. Non sono solo la persona che rappresenta la comunità straniera, mi sento appoggiati dagli ambientalisti, dal mondo del femminismo. L’Italia è cambiata enormemente negli ultimi 20 anni e se non si vede nelle nostre leggi, si vede nelle aule delle nostre scuole".

La Schlein le ha chiesto di occuparsi di formazione.

"E non di immigrazione. E’ un dato importante. Vede? Siamo oltre. Significa che non è così importante chiedersi da dove veniamo ma cosa vogliamo fare".

In politica essere musulmani è un vantaggio, uno svantaggio o è del tutto ininfluente?

"Vede, se fossi stata agnostica, o cristiana, il problema non si porrebbe nemmeno. Essere musulmana significa anche questo: portare dei grandi stigmi a livello concettuale. Spero che la mia presenza possa portare a un cambiamento, a una decostruzione del cliché".

E nel quotidiano? L’hanno mai attaccata per via del velo?

"Uh, a livello politico tantissime volte. Attacchi islamofobi. Pensano che la fede, per fare un esempio, sia di ostacolo. Ma quando vedo che la confessione viene considerata la prima caratteristica penso che l’unico problema sia il limite di chi pone la questione. Per me comunque è una sfida, un’occasione di crescita".

Come ha conosciuto Schlein?

"Al parlamento europeo, durante una visita. Io la seguivo a distanza. Ho stima della sua lucidità, apprezzo il linguaggio chiaro e diretto".

Il Pd della nuova leader come cambierà?

"Elly è la prima segretaria donna, una femminista che pone un messaggio di inclusione, che nutre l’idea di un cambiamento profondo e genuino, di andare oltre le correnti e il metodo di riconoscere qualcosa a qualcuno perché poi ti riconoscerà qualcosa. Qui ci si riconosce nei percorsi".

Come vede la componente cattolica del partito?

"Schlein avrà bisogno dell’aiuto di tante e tanti. La sua linea saranno quelle di stare a sinistra, perché rimandare tante battaglie ti fa perdere credibilità. L’Italia ha bisogno di politiche più aperte e inclusive. Ma Elly non lascerà indietro nessuno". Formazione politica: una volta anche a Reggio c’era la scuola del vecchio Pci. Uscivi e sapevi muoverti.

"Chi ha voglia di mettersi a disposizione della comunità ha bisogno di essere accompagnato, istruito sul funzionamento di certi meccanismi. Ora, sarebbe visionario pensare di ripristinare quelle scuole. E sarebbe obsoleto non coinvolgere il mondo digitale. La formazione di una nuova classe dirigente va adeguata agli strumenti di oggi. Ma va ripensata".

a,fio.