Maltrattamenti, l’ex marito viene assolto

La compagna aveva denunciato di essere stata colpita durante un litigio dopo il divorzio. Per il giudice "il fatto non sussiste"

di Alessandra Codeluppi

Una coppia, con due figli minorenni, che ‘scoppia’. Non solo perché decide di porre fine alle nozze, ma anche perché nel 2021 scaturisce uno strascico di pesanti accuse dalla moglie verso l’ex sposo. Il marito e la donna, italiani, sono due quarantenni di Rio Saliceto. Secondo la versione della coniuge, lui sarebbe stato responsabile di aggressioni fisiche e verbali dopo la separazione. La denuncia porta l’uomo a processo per presunti maltrattamenti in famiglia e lesioni avvenuti tra il settembre 2018 e la primavera 2021. A quanto emerso, c’erano stati anche conflitti sulla gestione dei figli post separazione, pure questi approdati a battaglie legali.

Lei aveva sostenuto inoltre che, al culmine di un litigio, nell’aprile 2021, il marito l’avesse colpita a un orecchio con la chiave della macchina. Nel filone penale, l’uomo è stato esaminato davanti al giudice, dando chiarimenti sulla propria posizione, dopo che, in un’udienza precedente, era stata sentita anche la donna, costituita parte civile. All’esito del rito abbreviato, lui è stato assolto "perché il fatto non sussiste". Il pm aveva sostenuto che la sua responsabilità penale fosse provata: aveva chiesto 2 anni e 2 mesi, alla luce delle dichiarazioni rese dalla donna e dai familiari, oltreché del certificato medico per l’episodio dell’aprile 2021, in cui per lei era stata formulata una prognosi di qualche giorno.

Secondo la tesi difensiva dell’avvocato Nicola Termanini, la donna aveva invece strumentalizzato alcune situazioni per ottenere benefici in sede civile a proposito della separazione, dopo la quale aveva iniziato oltretutto a nutrire un forte odio verso l’ex. Il legale ha rimarcato che sul certificato del pronto soccorso si attestava che non c’erano segni di ferite o traumi. Il difensore esprime soddisfazione per l’esito non scontato di una vicenda delicata, anche alla luce dei numerosi fatti di cronaca che vedono spesso le donne vittime degli abusi maschili. "Talvolta si può correre il rischio che una donna venga creduta a priori, lasciando l’uomo senza grandi possibilità di dimostrare l’estraneità alle contestazioni - dice l’avvocato Termanini -. In questo caso al mio assistito è stata data la reale possibilità di difendersi e la sua innocenza riconosciuta dal giudice".