Maltrattavano gli anziani nell’ospizio lager Una 63enne agli arresti domiciliari a Reggio

Le violenze sarebbero avvenute in una struttura di Monteveglio (Bologna). Misure cautelari per la titolare della Rsa e tre dipendenti

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Maltrattavano gli anziani rendendo il loro ricovero in casa famiglia un vero "inferno". Si chiama proprio così l’operazione condotta dai Nas di Bologna che hanno portato in manette quattro donne nei confronti delle quali il sostituto procuratore Manuela Cavallo ha chiesto e ottenuto dal gip Francesca Zavaglia l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Di queste, una vive a Reggio dov’è stata arrestata dai carabinieri reggiani e nella cui abitazione sta scontando la misura. Si tratta di una 63enne – Antonella Marchese – modenese (nata a Vignola e residente a Guiglia), ma da qualche tempo domiciliata nella nostra città.

Assieme a lei anche le sorelle Luana e Natascia, tutte dipendenti e collaboratrici della struttura "Nino Aurelia", a Monteveglio, in Valsamoggia, nel bolognese, dove sarebbero avvenuti i fatti. Sono accusate, a vario titolo, in concorso tra loro – assieme ad Aurelia Dragomir, 56enne rumena, ritenuta dagli inquirenti la figura di spicco nonché titolare della Rsa – dei reati di maltrattamento, omissione di soccorso ed esercizio abusivo della professione sanitaria, perché avrebbero pure somministrato farmaci e sedativi agli anziani senza prescrizioni. Alle indagate sono contestate anche violazioni relative all’attivazione di una struttura socio-assistenziale senza autorizzazione, l’assenza di regolari contratti di lavoro per le collaboratrici e l’abuso nella somministrazione dei medicinali.

L’indagine è partita dalla morte di Vincenzo Fornasini, 82 anni, avvenuta il 23 gennaio per polmonite all’ospedale di Bazzano, sempre nel bolognese. I medici, al momento del ricovero, avevano riscontrato traumi e lividi sul corpo dell’anziano, arrivato praticamente in fin di vita. E avevano avvertito i carabinieri, perché la situazione era apparsa sospetta. In particolare, il pensionato aveva dei segni ai polsi e alle caviglie, come se fosse stato a lungo legato.

Da qui gli investigatori hanno documentato durante il periodo di lockdown – attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche – quello che accadeva nell’ospizio ‘lager’: vessazioni, violenze fisiche e psicologiche ai danni di nove anziani, tutti ultraottantenni, che vivevano nella struttura. Questi ultimi inoltre erano stati anche trasferiti, senza alcuna autorizzazione secondo le accuse, in un albergo di Zocca, nel modenese. Qui, in un blitz avvenuto lo scorso luglio, gli anziani sono stati finalmente liberati dall’incubo.

Oltre alle quattro arrestate, indagato – a piede libero – un quinto operatore sanitario, Gian Paolo Dodi, anch’egli accusato di aver somministrato farmaci agli anziani senza prescrizioni. Una vicenda che ha suscitato sdegno e orrore fino in Parlamento. La deputata reggiana della Lega, Benedetta Fiorini, presenterà un’interrogazione alla Camera sull’accaduto. "E’ necessario avviare una poderosa campagna di controlli su tutte le strutture che, in Italia, ospitano gli anziani, e punire severamente comportamenti indegni a danno di chi, invece, dovrebbe essere accudito e protetto. Tolleranza zero a chi maltratta persone che sono le radici della nostra società".