Reggio Emilia, mamme prostitute nel night sequestrato

Masone, il Marlyn era nato per "promuovere folklore e arti". Denunciato il gestore per sfruttamento della prostituzione

La polizia ha posto i sigilli al locale di Masone

La polizia ha posto i sigilli al locale di Masone

Reggio Emilia, 24 aprile 2018 – Alloggiavano in un appartamento di via Turri, le donne di varie nazionalità che lavoravano abitualmente al ‘Masone Club’, meglio noto come ‘Marilyn Club’ di via Socini, nella frazione a est di Reggio.

Formalmente le giovani – nella maggior parte dei casi madri che poi spedivano soldi nei Paesi di origine per mantenere la famiglia – erano socie del circolo privato, ma come dimostrato dalle indagini della squadra Mobile erano a tutti gli effetti prostitute attive sia nei ‘privé’ all’interno del night, sia all’esterno, dopo che i clienti le avevano intercettate e scelte dentro il locale.

Sono alcuni dei dettagli emersi dopo il blitz della polizia che ha sancito il sequestro preventivo del ‘Marilyn’, un club solo formalmente privato e in realtà aperto a chiunque pagasse per il biglietto-tessera.

Un’ulteriore cifra era dovuta, da parte degli avventori, se si desiderava il ‘trattamento’ ulteriore da parte delle ragazze. A finire nei guai è stato il gestore di fatto del circolo, un 69enne che tollerava il meretricio nei locali e che quindi è stato denunciato per favoreggiamento della prostituzione.

I residenti della zona da tempo avevano segnalato movimenti sospetti al piano terra del condominio, e hanno accolto quindi con soddisfazione la notizia del sequestro visto che poi nelle vicinanze abitano anche bambini. «Ormai la situazione era insostenibile fra musica alta, parcheggi sempre pieni e sporco in quella che ormai era come una ‘ casa chiusa’», dice Francesco Trigone, un residente. Davvero fantasiose le finalità del circolo riportate nell’atto di fondazione. Il ‘Marilyn’ doveva in teoria «promuovere le arti, la non violenza, il folclore, i prodotti tipici» e operare «contro gli sprechi energetici». Il tutto, grazie all’opera di «volontari e operatori qualificati».

Paolo Grilli