Reggio Emilia, morta a 24 anni dopo la discoteca. C’è l’ombra della droga

Le indagini sul giallo della barista 24enne Annunziata Colurciello, per gli amici Nunzia

Nunzia aveva 24 anni

Nunzia aveva 24 anni

Guastalla (Reggio Emilia), 25 ottobre 2018 - Comincia a prendere corpo una pista ben precisa sulle cause del decesso di una ragazza di 24 anni, Annunziata Colurciello, Nunzia per gli amici, stroncata da un malore nelle prime ore di sabato, in una abitazione di Guastalla, nel Reggiano, dove era stata accompagnata poco prima da un conoscente, dopo aver trascorso la serata in una discoteca modenese.

Le prime risultanze dell’autopsia, eseguita l’altro pomeriggio, per ben tre ore, all’ospedale guastallese, escludono una patologia congenita come causa del decesso, facendo ipotizzare piuttosto gli effetti di sostanze stupefacenti oppure un mix di alcol e droga. La Procura reggiana ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per morte provocata da altro reato, dove questo reato sarebbe appunto lo spaccio di droga.

Già da subito era emerso un quadro generale costellato di dubbi, di non risposte, di elementi tenuti nascosti agli investigatori arrivati poco prima dell’alba di sabato all’abitazione di Guastalla dove i soccorsi sanitari stavano tentando di rianimare la ragazza, originaria della Campania, residente nel Novarese ma domiciliata a Mantova, dove aveva trovato lavoro come barista.

La sera prima la «compagnia» si era data appuntamento a Modena, in una discoteca che apriva la nuova stagione. Doveva essere un momento di svago. Ma Nunzia deve aver ingerito qualcosa che ha provocato un malessere sempre più forte. Forse non stava già bene nel viaggio di ritorno. Poi la tappa a Guastalla, nella casa dove la crisi fatale ha preso il sopravvento. Nunzia è sembrata in preda a una crisi epilettica. Poi ha smesso di respirare. A quel punto sono stati chiamati i soccorsi, con l’arrivo di ambulanza e automedica. Ma per la ragazza non c’è stato nulla da fare. Sono arrivati in breve tempo anche i carabinieri.    Da subito la situazione non è apparsa chiara: Nunzia non aveva documenti nella borsetta, ma solo un telefonino scarico, un certificato sanitario intestato a un’altra ragazza e il portafoglio vuoto. Inoltre, nella abitazione dove si è verificato il decesso e pure nell’alloggio occupato da Nunzia a Mantova, i carabinieri avrebbero rinvenuto materiale sospetto, che potrebbe condurre alla droga.

I familiari della ragazza non riescono a credere a quanto accaduto: Nunzia era conosciuta come una giovane solare, volenterosa sul lavoro e con la testa sulle spalle. Attraverso il loro legale di fiducia, l’avvocato Berenice Candela, chiedono ad amici e conoscenti di parlare, di chiarire con gli investigatori ciò che sanno, ciò che possa chiarire cosa è successo alla figlia la notte tra venerdì e sabato. E perché, se stava male, non è stata portata subito in ospedale. Nunzia poteva essere salvata