Morte della piccola Maya Assolti i due medici

Claudio Boni e Gianluca Marconi scagionati: non hanno avuto colpa. Anche i periti incaricati dal tribunale avevano smontato le accuse

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di Alessandra Codeluppi

I due medici che ebbero in cura la piccola Maya Dumitrascu non sono responsabili per la sua morte. Ieri il gup Andrea Rat li ha scagionati dall’accusa di omicidio colposo: nello specifico, ha assolto Claudio Boni, pediatria di famiglia, che aveva scelto il rito abbreviato, e prosciolto Gianluca Marconi, ex pediatra dell’ospedale Sant’Anna. Una conclusione che era stata auspicata anche dal pm, alla luce dell’esito della perizia ordinata dal tribunale. La bambina venne a mancare ad appena tre anni, il 3 novembre 2016, all’ospedale Santa Maria. Maya, affetta dalla sindrome di Down, a 7 mesi subì un intervento al cuore. Una ventina di giorni prima della sua scomparsa ebbe un raffreddore, poi la varicella. I genitori hanno raccontato di aver chiamato più volte il pediatra e la guardia medica, finché la piccola non fu portata al Sant’Anna e poi rimandata a casa. Maya però non si riprese, così la coppia decise di accompagnarla al Santa Maria, dove morì il giorno dopo. Inizialmente erano stati indagati 8 medici, per i quali il pm Isabella Chiesi chiese l’archiviazione, atto a cui la famiglia si oppose. Il gip chiuse sei posizioni, mentre ordinò al pm di formulare l’imputazione per gli altri due, ovvero Boni, assistito dall’avvocato Jader Ritrovato, e Marconi, difeso dall’avvocato Alessandro Sivelli. Durante l’udienza preliminare il giudice aveva anche disposto una perizia per valutare eventuali responsabilità a carico dei due pediatri, conferendo l’incarico a Marco Di Paolo, docente all’Università di Pisa e a Maria Serenella Pignotti, pediatra del Meyer di Firenze. Ma anche le altre parti avevano nominato propri consulenti.

La difesa di Boni aveva schierato due specialisti e altrettanto aveva fatto quella di Marconi. Anche ognuno dei genitori della bambina, costituiti parte civile - il padre Mario tramite l’avvocato Gian Maria Nicastro, la madre Elena atttraverso l’avvocato Helmut Bartolini, ieri sostituito dall’avvocato Francesco Cupello - aveva incaricato due medici. Durante la scorsa udienza i periti nominati dal giudice avevano sostenuto che non vi fossero motivi per addebitare responsabilità ai pediatri. Secondo gli specialisti nominati dalle parti civili, erano invece emersi motivi di colpa. "I pediatri hanno lavorato in modo corretto - dichiara l’avvocato Sivelli -. La bambina non è morta a causa della varicella, ma per un’infezione batterica scatenata da una pustola infettata e poi degenerata in sepsi. Il fatto che Maya avesse la sindrome di Down non la rendeva più fragile di fronte alla varicella".

Ieri la coppia, prima della sentenza, ha deciso di revocare la costituzione di parte civile: i legali avevano infatti presagito il possibile esito processuale. Ma Mario ed Elena, combattivi e provati dal dolore, anche ieri non hanno voluto mancare in tribunale.