Reggio Emilia, neonato morì pochi giorni dopo il parto. Genitori risarciti

Omicidio colposo, ginecologo a processo. La famiglia ha ottenuto un indennizzo

Un reparto di neonatologia (Foto di archivio)

Un reparto di neonatologia (Foto di archivio)

Reggio Emilia, 25 maggio 2019 - La piccola Bianca sarebbe dovuta essere la gioia di mamma e papà: ma vide la luce solo per quattordici giorni e divenne così il motivo del loro più grande dolore. Per la sua morte, avvenuta l’8 marzo 2013, è finito a processo un ginecologo dell’ospedale civile di Guastalla, l’unico per il quale il pm Valentina Salvi chiese il rinvio a giudizio, dopo aver iscritto nel registro degli indagati sette persone tra medici e infermieri. La vicenda giudiziaria è arrivata ora a uno snodo importante: i genitori della bambina, che si erano costituiti parte civile attraverso gli avvocati Antonella Corrente e Silvia Bernini, si sono ritirati dal processo. «Hanno ricevuto dall’assicurazione un risarcimento danni consistente, che ricalca integralmente le loro richieste», afferma il legale Bernini. Intanto prosegue il procedimento a carico del medico, imputato per omicidio colposo, assistito dall’avvocato Franco Mazza: davanti al giudice Sarah Iusto, ieri era prevista l’audizione dei consulenti nominati dalla difesa, il medico legale Giorgio Gualandri e il ginecologo Alessandro Grignaffini, che è però slittata al 22 novembre, quando i due esperti illustreranno il contenuto di un corposo elaborato da loro già depositato. Poi il procedimento girerà verso il finale, con la sentenza.

Il giudice Iusto aveva nominato i periti Savino Pelosi e Valerio Jasonni, che, sentiti in udienza, hanno riconosciuto la responsabilità del medico ginecologo, compreso l’errore nel praticare la manovra ostetrica di Kristeller (che serve a facilitare l’espulsione della testa durante il parto attraverso una spinta sul fondo dell’utero). I due specialisti hanno poi rimarcato che si sarebbe dovuto procedere al parto cesareo in modo più tempestivo. Il travaglio durò quaranta ore, fase in cui venne praticata la manovra di Kristeller, che secondo la Procura non fu fatta in un contesto di sicurezza.

I genitori di Bianca avevano considerato un errore averla eseguita, «tanto da rendere necessario un taglio cesareo d’urgenza - scrissero nella querela - non differibile per sopravvenuta sofferenza fetale». Grazie alla manovre di rianimazione il battito cardiaco riprese, ma a salvare la bambina non bastò il trasferimento all’ospedale Santa Maria Nuova. La madre era stata sentita in aula, quando aveva ripercorso i momenti di quella gravidanza, che aveva detto essere stata «regolare», culminata «in due giorni di travaglio», durante i quali ha raccontato di aver sofferto: «Ero sfinita». I genitori chiesero di porre attenzione al periodo dalle 21.30 del 22 febbraio 2013 alla nascita: poche ore durante le quali, secondo i genitori, qualcosa era andato storto anche per quanto riguarda le scelte dei medici.