Reggio Emilia, Sassi 'interferenze' su nomine Asp

Inchiesta, la direttrice Guarnieri: "Mai percepita ostilità"

Maria Teresa Guarnieri e Matteo Sassi

Maria Teresa Guarnieri e Matteo Sassi

Reggio Emilia, 18 giugno 2019 - "Indebite interferenze". Le ipotizzano i pm Giulia Stignani e Valentina Salvi, titolari dell’inchiesta sulle presunte irregolarità negli appalti del Comune, per la nomina della presidente dell’Asp (Azienda servizi alla persona) Maria Teresa Guarnieri, finita al centro di un caso che non è solo giudiziario, ma anche politico. Nel decreto di perquisizione indirizzato a tre dei quindici indagati - l’avvocato Santo Gnoni, dirigente dell’ufficio legale del Comune, il presidente dell’Asp Raffaele Leoni e l’ex vicesindaco Matteo Sassi - i magistrati scrivono che la nomina di Guarnieri, avvenuta durante una selezione pubblica, potrebbe essere avvenuta in modo irregolare.

«Dalle conversazioni intercettate - scrivono - emerge che la scelta di Guarnieri sarebbe frutto di un’indicazione fatta dalla commissione presieduta da Gnoni al presidente Leoni, che ha proceduto alla nomina». I pm descrivono così il ruolo che avrebbe ricoperto il vicesindaco: «Dall’attività tecnica è anche emersa un’indebita interferenza di Sassi nell’attività della commissione, volta a condizionarne le determinazioni. La nomina di Guarnieri risulterebbe essere stata avversata da Sassi, per ragioni ancora da approfondire, come già accaduto negli anni precedenti». Citando «notizie pubblicate sui quotidiani», i magistrati rimarcano che «già nel marzo 2015 Leoni aveva scelto per la carica di direttore dell’Asp la stessa Guarnieri, ma la procedura era stata sospesa prima della nomina». E concludono parlando di una situazione incerta: «Allo stato non è chiaro se la nomina sia frutto di un regolare iter amministrativo o invece di indebite pressioni volte a favorire o, al contrario, a ostacolarne la scelta, a discapito di altri concorrenti».

I magistrati hanno così deciso di disporre il sequestro di documentazione informatica e documenti, avvenuto giovedì per mano della Finanza, ritenendo «che fosse necessario chiarire se vi sia stata o meno, e da parte di chi, un’indebita ingerenza nello svolgimento della procedura». Nell’atto i magistrati avevano deciso di procedere alla perquisizione personale degli indagati e dei loro uffici, disponendola per l’avvocato Gnoni anche nella sua abitazione. L’avvocato Vainer Burani, che assiste Sassi, ha dichiarato come gli sembri incongruo accusare l’ex vicesindaco per una semplice opinione, che sarebbe nata dalla distanza di vedute tra lui, che viene dalla sinistra, e Guarnieri, in passato ex assessore a Parma nella giunta di Elvio Ubaldi.