"Non sappiamo ancora cosa sia successo"

I parenti della famiglia di Aineo si stringono all’anziana mamma. L’avvocato Gherpelli: "Questo. mondo non è per le anime belle"

Una folla di parenti ha raggiunto ieri la casa dove abitava l’avvocato Aineo Reda. La sala dell’appartamento di via Ramazzini è gremita di persone. La moglie dell’uomo venuto a mancare, Linda, ci accoglie in lacrime: "Non me la sento di parlare". Lei e gli altri familiari si stringono all’anziana madre dell’avvocato. Ieri è arrivato anche un fratello. E parenti dalla Toscana, chiusi nel loro dolore all’ingresso del condominio: "Non sappiamo ancora cosa sia successo", mormora uno. L’associazione albanese a Reggio ‘Shoqata Shqiponja’ ha pubblicato un commovente ricordo del professionista: "Il dolore è molto grande per tutti coloro che lo hanno conosciuto: lui è stato un uomo meraviglioso, sempre pronto ad aiutare le persone per qualsiasi problema. Ha ricevuto riconoscimenti non solo dagli albanesi, ma anche da cittadini di tante nazionalità. E ha avuto rapporti eccellenti con diverse istituzioni".

Si fa riferimento anche alla sua storia: Redo, laureato in Fisica in Albania, approdato in Italia a bordo di un gommone per crearsi un futuro diverso, aveva fatto tanti lavori - dalla stalla al forno - per poi fare l’operaio alla ceramica ‘Rondine’ di Rubiera. Mentre faceva i turni di notte in fabbrica, si laureò in Giurisprudenza e poi intraprese l’iter per diventare avvocato, specializzandosi nelle questioni legali riguardanti l’immigrazione. "Redo era arrivato in Italia come tutti noi - scrive l’associazione - per una vita migliore. All’inizio era occupato con un altro lavoro, poi studiava nel campo della giustizia, con risultati molto buoni. Da qui la professione dell’avvocato come passione e obbiettivo dei sacrifici che l’immigrazione ha comportato. Lo ricorderemo sempre per l’umanità e l’energia positiva che ha trasmesso". Tante le attestazioni di cordoglio pubblicate su Facebook, a ricordare la sua generosità: "Redo era l’avvocato di tutti gli albanesi - scrive Zemajil Gashi -. Tante volte ha lavorato anche senza ricevere soldi, solo per aiutare i nostri fratelli albanesi".

La notizia della sua morte ha sconvolto il foro reggiano, in primis gli avvocati Mario Di Frenna e Franco Beretti con cui Redo divideva lo studio in via Malta 7 e quelli che con lui giocavano a calcio nella squadra dei legali granata, la ‘Duralex’. Vuole esprimere un pensiero affettuoso anche l’avvocato Lalla Gherpelli: "Quello che è accaduto è la dimostrazione che questo mondo non è più a misura delle anime belle, anzi bellissime. Mi auguro che la sua anima abbia trovato casa".

Alessandra Codeluppi