Nondasola sfata il ‘mito’ "Meno casi durante il Covid"

Il report dell’associazione: "Solo 33 richieste in fase di lockdown, la metà rispetto a prima dell’epidemia. Perché? Tante hanno polarizzato il dramma"

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Un boom di sole urgenze in pandemia. L’associazione Nondasola – da sempre in prima linea contro i soprusi di genere e con centri anti-violenza e di prima accoglienza in tutta Italia – fa chiarezza, cercando di delineare con precisione gli effetti innescati dalle anomalie degli ultimi due anni: "Durante l’emergenza sanitaria dal punto di vista nazionale abbiamo visto aumentare le richieste di aiuto segnate da un carattere d’urgenza di circa il 3%, passando dall’8,4% all’11%".

Ma questo non vale per tutto il resto. Secondo il report dell’associazione reggiana a sostegno delle donne vittime di maltrattamenti, infatti, le richieste d’aiuto meno impellenti sembrano essere calate rapidamente: "Nel nostro Paese le informazioni sono state limitate e in parte contraddittorie. La coabitazione giorno e notte con l’autore di violenza ha fatto subito ipotizzare un aumento drammatico delle violenze durante la chiusura". Infatti, a differenza di quanto si è abituati a pensare: "All’inizio di marzo 2020, – sostiene l’associazione – in corrispondenza dell’innalzamento della curva dei contagi, abbiamo registrato un calo di richieste di aiuto". Quindi, secondo i grafici inerenti al periodo relativo al lockdown le donne che hanno contattato il centro antiviolenza sarebbero state solo 33, a fronte dei 66 casi evidenziati in pre-pandemia.

"I dati – spiega Nondasola – ci offrono una conferma del fatto che la violenza maschile sulle donne, soprattutto quella agita nelle relazioni di intimità, è strutturale al sistema diseguale di rapporti tra i sessi. Perciò un evento non ordinario come la pandemia non ne ha intaccato gli aspetti di caratterizzazione più profondi".

Quindi, in sostanza, secondo il loro studio, il problema sarebbe da ricercare nella qualità della concezione del rapporto uomo-donna invece che negli eventi esterni alla coppia che, in definitiva, possono solo polarizzare una situazione già drammatica. "Solo dopo – sottolinea il report – ossia nei periodi di allentamento delle misure anticovid, si è riscontrata una vera e propria esplosione di richieste d’aiuto" come segnalano i dati delle tabelle redatte dall’associazione. Infatti, successivamente alla prima riapertura (nel 2020) il numero è salito a 211, e nel 2021 ha raggiunto i 359 casi, arrivando così a un totale di 603 nel biennio pandemico (2020-2021), senza dimenticare di considerare nella somma anche le segnalazioni del periodo di chiusura. Ciononostante l’insieme delle richieste nei due anni non è riuscita a superare l’andamento di richieste degli ultimi 10 anni, come avrebbe fatto pensare la propaganda mediatica del tempo. L’unico dato a restare inalterato riguarda la natura degli autori della violenza che, nell’85% dei casi, si riconferma quella di partner di sesso maschile legati alla donna da una relazione sentimentale presente o passata. Secondo i resoconti, invece, l’unico aspetto in cui si segnala una sottile mutazione riguarda l’incremento nella percentuale di donne che durante la pandemia si sono rivolte ai servizi ospedalieri e delle forze dell’ordine per essere reindirizzate ai centri antiviolenza, dal 16% di pre-pandemia è stato raggiunto il 25%.

Rosaria Napodano