Omicidio di Cecilia, si cerca la verità nelle videocamere del palazzo

Si studiano le immagini registrate nel condominio di via Melato dove viveva la vittima. Affiora la terza denuncia

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Il quadro probatorio a corredo dell’accusa di omicidio nei confronti di Mirko Genco, in stato di arresto per l’assassino di Cecilia Hazana Loayza, la 34enne peruviana sgozzata nella notte tra venerdì e sabato scorso, si arricchisce di un altro elemento che potrebbe risultare decisivo per arrivare a fare piena luce su quanto accaduto intorno alle 2 di mattina di sabato. I carabinieri del Nucleo Investigativo, infatti, hanno acquisito le immagini delle videocamere poste nell’androne del condominio di via Melato 25, dove risiedeva la giovane. L’amministratore del condominio, Flaviano Bedei, dopo aver reso una deposizione alle forze dell’ordine nella giornata di domenica, ha messo loro a disposizione i filmati del sistema di videosorveglianza del palazzo. Quei fotogrammi potrebbero confermare o smentire quanto dichiarato da Genco in caserma sabato scorso agli investigatori e al pm Maria Rita Pantani che coordina le immagini. Nel parco dell’ex Polveriera a poche centinaia di metri dall’abitazione della giovane sudamericana, Genco avrebbe raccontato agli inquirenti che era scoppiata un’accesa discussione; prima avrebbe tentato di strangolarla, poi, dopo averla lasciata a terra, il 24enne si sarebbe impossessato delle chiavi di casa della donna, sarebbe salito, e, mentre la mamma di lei ed il piccolo bambino di un anno e mezzo stavano dormendo, ha preso un coltello da cucina, con cui, una volta tornato giù, avrebbe ‘finito’ la donna con un fendente alla gola. Una versione che è ovviamente al vaglio della Procura e che potrebbe essere confermata, o smentita, dai filmati delle videocamere di sorveglianza del palazzo.

Intanto, emergono nuovi particolari su quello che è stato l’inferno a cui è stata sottoposta Cecilia Hazana dal 29 agosto, giorno in cui si è interrotta la relazione con Genco. Si è sempre detto che le denunce sporte dalla giovane erano tre. Pubblicamente ne sono affiorate due. Quella del 5 settembre e quella del 10. Ma c’è un altro gravissimo episodio emerso in queste ore che si pone temporalmente in mezzo ai due che già si conoscono.

Il 9 settembre Cecilia è con un’amica in un bar di viale Montegrappa. Fuori, davanti alla vetrina, a fissarla insistentemente c’è lui. Mirko Genco. Una volta uscita, Genco la ferma, le chiede di appartarsi con lui. Diventa improvvisamente aggressivo, le mette una mano al collo e le chiede di tornare assieme. Cecilia riesce in qualche modo a divincolarsi e si reca dalle forze dell’ordine a sporgere denuncia. Ma il ventiquattrenne non ha nessuna intenzione di ‘mollare lì’. Una volta rincasata, lo trova ad aspettarla. In qualche modo, forzosamente, entra nell’appartamento di Cecilia. Preoccupata per mamma e figlio, gli chiede di appartarsi nella sua camera. In quel frangente, secondo una sommaria ricostruzione, Genco le avrebbe chiesto di avere un rapporto sessuale, ma lei lo respinge. Genco avrebbe perso il controllo: "Prima ammazzo te, e poi mi uccido". Cecilia riesce a mandare un sms ad un’amica che allerta la polizia. Le volanti si precipitano in via Melato, lo trovano con un coltello in mano e lo arrestano.

Nicola Bonafini