Omicidio di Ilenia, oggi parte il processo

A Ravenna primo faccia a faccia tra i due imputati dal giorno del’arresto. Anche Arianna vedrà il padre dopo mesi di carcere

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Ventimila euro per ucciderla, dice l’accusa. L’ex marito di lei è il mandante e l’ex amico di lui è il sicario prezzolato.

Movente? Impedire alla donna di mettere le mani sulla sua quota di patrimonio coniugale. Un’ampia e nitida fotografia quella che la procura di Ravenna si appresta a srotolare dalle 9.30 di stamattina davanti alla corte d’assise di Ravenna. Il processo per l’omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne massacrata nella sua abitazione di via Corbara a Faenza il 6 febbraio scorso, si candida a essere uno dei dibattimenti più seguiti degli ultimi anni per l’intero territorio ravennate.

Alla sbarra ci sono il 54enne meccanico Manfredo Claudio Nanni, dal 3 marzo in carcere a Ravenna e difeso dall’avvocato Francesco Furnari. E il 53enne Pierluigi Barbieri, alias ’lo Zingaro’, originario di Cervia e ultimamente domiciliato con la compagna a Bagno, nel Reggiano, prima di finire in carcere a Forlì sempre il 3 marzo (è difeso dall’avvocato Marco Gramiacci). Davanti ai due giudici togati e ai sei giudici popolari, i due imputati dovranno rispondere in concorso di omicidio pluriaggravato: per Nanni, dall’avere agito nei confronti del coniuge separato.

Per entrambi, dall’avere ampiamente e meticolosamente premeditato il delitto. Da ultimo, i pm Daniele Barberini e Angela Scorza titolari del fascicolo hanno contestato anche l’aggravante dei motivi abbietti: ovvero l’avere ucciso la donna per impedirle di ottenere le somme che aveva chiesto attraverso un causa di lavoro contro il marito da 500mila euro sia per la sua attività nell’impresa di famiglia, l’officina del 54enne, che per la cessione di una gelateria in un centro commerciale faentino.

E per sottrarle la casa coniugale, diventata scena del delitto, che il giudice civile le aveva assegnato: un movente dunque, quello delineato dai magistrati, fortemente economico.

Per il resto, dal punto di vista della procedura, oggi non sono attesi particolari sussulti. Certo, per accusa e difesa ci sarà il vaglio sulla lista testi: e magari dai nomi impilati dai legali, si potrà intuire il solco della strategia difensiva. E se Barbieri ha finora confessato fornendo agli inquirenti una marea di dettagli, Nanni si è limitato a dire che in realtà lui aveva ingaggiato Barbieri solo per spaventare la moglie in cambio di 2 mila euro.

Insomma, a suo avviso l’idea di uccidere la donna sarebbe stata solo dell’ex amico: strada certo tutta in salita visto che lo Zingaro, a riprova delle sue ricostruzioni, ha fin qui sciorinato alla polizia (squadra Mobile di Ravenna, Sco di Roma Commissariato manfredo) davvero tanti riscontri. Chissà.

Maggiori aspettative dalla prima udienza sono legate alla formalizzazione delle richieste di parti civile: oltre alle associazioni e al Comune, il padre e il fidanzato della defunta hanno già manifestato intenzione in tal senso. E poi, certo, c’è la figlia di Nanni, Arianna: testimone chiave che solo di recente ha manifestato intenzione di costituirsi. Per lei quello di oggi in aula sarà il tanto auspicato - e finora negato dalla magistratura - faccia a faccia con il padre e con il sicario dal giorno degli arresti. Ma in tema di incontri, senza dubbio quello tra il meccanico e lo Zingaro si candida a essere il più interessante.

Andrea Colombari