Reggio Emilia, spari contro la pizzeria. "Mi hanno chiesto mille euro"

Il titolare della Perla: "Io non mollo, li devono prendere"

La pizzeria La Perla a Cadelbosco

La pizzeria La Perla a Cadelbosco

Reggio Emilia, 9 febbraio 2019 - "Siamo stati minacciati con un biglietto sulla porta: ci intimavano di pagare mille euro e mettere un fiocco fuori come segno d’accordo. Il resto lo sapete già".

Parla Pasquale Calabrese, titolare della pizzeria La Perla di Cadelbosco di Sopra. Oggi racconta con voce ferma e decisa di quel giorno, quando all’alba del primo febbraio i malviventi hanno sparato contro la vetrata della sua pizzeria.

«Capisco benissimo lo shock del titolare del Piedigrotta 3. Sia io che lui abbiamo dei figli, la paura la proviamo per noi ma soprattutto per loro. Meno male che anche la mia clientela, dopo un fatto così pericoloso, mi è rimasta vicina». Non sa cosa dire, Pasquale Calabrese. Per quanto ormai sia passata una settimana, il suo stato d’animo si divide tra la rabbia e l’incomprensione.

Una cosa però è certa: «Io sono quarant’anni che lavoro qui, e stavo iniziando a stancarmi. Pensavo di lasciare il locale, ma adesso non mollo finché non li prendono». Il titolare parla a nome suo, ma anche di tanti altri gestori di locali che rischiano di trovarsi nella stessa situazione. O di chi ci si è già trovato, purtroppo, qualche giorno fa.

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«Devono prenderli. Devono, assolutamente», continua a ripetere, e aggiunge: «Io credo nella giustizia, sono sicuro che farà il suo corso. Anche quando ho trovato il biglietto minatorio sulla porta, sono subito corso a denunciare l’accaduto».

Il signor Calabrese continua a ribadire che lui non mollerà, non finchè i responsabili non saranno individuati e arrestati. Lo stesso biglietto è stato lasciato anche al Piedigrotta 3, che nella notte di mercoledì 6 ha ricevuto lo stesso trattamento: colpi di pistola, previa minaccia richiedente soldi.

«Queste sono persone che non guardano in faccia a nessuno. Ho saputo anche che è stato minacciato un terzo locale, ed è una cosa gravissima», conclude appoggiando le mani sul bancone. «Con le telecamere di videosorveglianza si dovrebbero avere già degli indizi importanti. A meno che – puntualizza ironico – quelle del Comune non funzionino solo quando ci sono delle multe da dare».