"Pochi medici e subissati di chiamate inutili"

Il presidente del sindacato Euro Grassi: "Le inefficienze dei servizi Ausl ricadono sui dottori di base, la burocrazia impedisce le visite"

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di Ylenia Rocco

AAA Cercansi medici di famiglia. Ma mentre si cercano disperatamente, la Regione e le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale, che non possono più aspettare, hanno sottoscritto un accordo in cui sono definite misure temporanee ed eccezionali per consentire ai medici di famiglia di garantire il servizio nonostante la carenza di personale, cercando di superare così le difficoltà legate all’emergenza sanitaria.

Ma cosa effettivamente cambierà nella nostra provincia? "Localmente poco. Penso che l’accordo regionale dovrà essere declinato a seconda dell’esigenza provinciale. Con quanto firmato a livello regionale non si troveranno altri medici" è la risposta del segretario della FIMMG, il sindacato dei medici di base, Euro Grassi. Nella nostra provincia infatti si cercherà di sopperire all’insufficienza di medici con un altro accordo tra Ausl e professionisti che sarà perfezionato il 28 luglio.

"L’accordo locale è molto più operativo – spiega il dottor Grassi – Prevede, nelle zone in cui viene a mancare un medico, la formazione di squadre per gestire l’ambulatorio. Verrà creata la centrale operativa aziendale dove i cittadini potranno prendere appuntamento. Ci saranno medici che si occuperanno di coprire le visite domiciliari, ci sarà un infermiere ed un collaboratore di studio". Per quanto riguarda la tematica della ‘deburocratizzazione’ prevista nell’accordo tra Regione e sindacati, Grassi è critico: "E’ dal duemila che dev’esserci questa deburocratizzazione ed è da gennaio che Donini (l’assessore regionale alle Politiche per la salute) doveva eliminare la burocrazia per i medici di medicina generale. Siamo a luglio".

Anche in questo caso, l’accordo locale – per il dottore – sarà più completo. "Le burocrazie che gravano sui medici di base – continua – potrebbero essere rimosse senza dover spendere tanto o addirittura a zero risorse ed i medici potrebbero finalmente tornare a visitare come un tempo". Lo scenario odierno che il dottore Grassi racconta è critico: "Ogni medico di medicina generale ha in media un aumento di centoventi telefonate ed una trentina di messaggi al giorno. In questa situazione non si riesce più a visitare, i medici sono massacrati e noi dobbiamo fare in modo che la gente telefoni ai propri dottori solo per ciò che loro compete".

Per Euro Grassi, il 90% delle telefonate e dei messaggi "è dovuto al fatto che altri servizi dell’azienda Ausl non rispondono o, se rispondono, hanno attese troppo lunghe, costringendo i pazienti a rivolgersi al medico di famiglia come ultima spiaggia. Aggiungiamoci anche che i medici dovranno occuparsi della quarta dose". Dunque, se i dottori non saranno liberati dalla burocrazia e dalle telefonate – ritenute da Grassi – inutili, aumenteranno conseguentemente gli accessi al pronto soccorso. "Spero che l’accordo regionale sia declinato per la nostra provincia il 28 e che si recepiscano anche le nostre richieste sulla deburocratizzazione presentata già l’anno scorso" confida il presidente. Poi conclude: "Questo non è un uragano improvviso, è da oltre vent’anni che spieghiamo alla regione ciò che stava per accadere. La maggior parte dei nostri medici in servizio ha un’età compresa fra i 51 ed i 53. I tirocinanti dovranno comunque fare un tirocinio di tre anni e non possono supplire a tutti quelli che andranno in pensione. Avremo altri anni di emergenza".