GABRIELE GALLO
Cronaca

Primo Tricolore a Benassi: "Altissimo esempio di servizio civico"

La città rende omaggio allo scienziato centenario, decano della psichiatria "Ogni mia idea è nata per essere portata avanti con altri, per confrontarsi".

Primo Tricolore a Benassi: "Altissimo esempio di servizio civico"

Primo Tricolore a Benassi: "Altissimo esempio di servizio civico"

Un secolo di vita trascorso all’insegna della ricerca, dell’impegno e di nuovi progetti da portare avanti anche dopo aver valicato il traguardo dei 100 anni. Ma soprattutto il presente e, quando sarà tempo, l’eredità di Piero Benassi sono racchiusi nel suo percorso di nume tutelare della moderna psichiatria italiana. Un’attività pluridecennale che il Comune di Reggio ha deciso di celebrare ieri con la consegna al medico e scienziato del Primo Tricolore: la massima onorificenza cittadina. Non a caso il sindaco Luca Vecchi ha parlato di "giornata davvero importante per la nostra città", prima di lasciare la parola agli interventi di chi ha sostenuto l’idea di tributare a Benassi la nota onorificenza. Ma è dalle parole di quest’ultimo, di cui l’evento di ieri è stato occasione per presentare anche il suo recente libro "Come funziona il cervello?" edito per i tipi di Consulta, che ci pare doveroso cominciare. Benassi, nel ricevere il premio e rievocando il suo lungo cammino professionale, ha esordito dicendosi "schiacciato da tutti questi ricordi e da questi tributi di stima", aggiungendo che "ogni attività e ogni idea che ho promosso è nata per essere portata avanti insieme ad altri; per discutere, confrontarsi e migliorare ogni esperienza". Il luminare ha poi rievocato alcuni episodi della sua giovinezza, in particolare quando, "ed era proprio oggi 80 anni fa, il 4 aprile del 1944" riuscì a fuggire dal treno che lo stava conducendo in Germania per combattere nelle fila delle truppe italiane filonaziste" ma anche come evitò l’arresto da parte dei tedeschi spiegando di essere "uno studioso del sistema nervoso. E loro rimasero interdetti", non capacitandosi di un ventenne che non indossava l’uniforme. Nell’illustrare i contenuti del suo saggio si è poi soffermato sul fatto che contiene anche sue considerazioni "sulla Intelligenza Artificiale" e approfondimenti sulle "differenze tra il cervello degli uomini e quello delle donne, che esistono". E se lo dice un nome di spessore della psichiatria… Al netto di ogni facezia va sottolineato che erano davvero tantissimi i presenti ieri pomeriggio in Sala del Tricolore a rendere omaggio a Benassi, a partire dall’attuale presidente del museo di storia della psichiatria, Stefano Mazzacurati (che ha definito Benassi "altissimo esempio di servizio civico"), dal già senatore Pci, Alessandro Carri, che di esso fu sostenitore a seguito della proposta di Benassi di istituirlo, e dal presidente del Lions club di Reggio (di cui Piero Benassi è socio dal 1957), Silvano Davoli. Che ha tenuto a ricordare le onorificenze attribuite dal Lions distrettuale e internazionale allo psichiatra ma anche un aneddoto curioso: "Per la cena in suo onore, quando ha compiuto 100 anni, Benassi ci ha tenuto a venire a piedi da solo all’hotel Astoria e a tornare a casa sempre in autonomia". Segno ulteriore della forza mentale e fisica che ancora anima il professore, impegnato, come lui stesso ha riferito, in un progetto per approfondire la figura del reggiano Giulio Cesare Ferrari, fondatore della Lega italiana di igiene e profilassi mentale e nel percorso per trasformare il museo reggiano di storia della psichiatria da civico a nazionale. Idea che alimenta ulteriormente la poliedrica attività di Benassi che è stato per 30 anni, dal 1964 al 1994, direttore del San Lazzaro, gestendone fra l’altro la complessa fase della chiusura. Nel 1999 ha ricevuto anche la Medaglia d’Oro al merito della sanità pubblica. Ha al suo attivo oltre trecento pubblicazioni scientifiche, tra cui diverse sulle cure psichiatriche e la vulnerabilità della condizione umana.