ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Processo simulato. Attori e studenti animano l’Assise per un efferato delitto

L’Anm organizza l’iniziativa con gli istituti Scaruffi, Galvani-Iodi e Corso. L’avvocato Bucchi si cala nei panni del presidente della Corte. Il giudice Gambarati il difensore dell’imputato. Il legale Teggi è il pm.

Processo simulato. Attori e studenti animano l’Assise per un efferato delitto

Processo simulato. Attori e studenti animano l’Assise per un efferato delitto

Questa volta la campanella per gli studenti non ha suonato a scuola, ma all’inizio e alla fine di un processo celebrato davanti alla Corte d’Assise: una simulazione autentica come se fosse vera. L’uccisione efferata della donna di fantasia, ‘Lucia Deni’, è ispirata a una storia realmente accaduta e la cui sentenza è già definitiva: nella villa ‘di via dei Cigni e Corvi 7’ a Reggio, fu bastonata una ventina di volte, fatta volare giù dal parapetto della scalinata interna, poi trascinata in cantina facendole colpire con la testa i gradini, picchiata e infine il suo capo sbattuto contro uno spigolo di marmo. Imputato di omicidio pluriaggravato, il marito ‘Francesco Biondi’: per lui è stato costruito un capo d’imputazione distribuito anche ai ragazzi. Così si sono conclusi i ‘Percorsi della legalità’ per le scuole, organizzati dell’Associazione nazionale magistrati: coinvolti i giovani dell’istituto Galvani-Iodi, Scaruffi di Reggio e Convitto Corso di Correggio, che al mattino hanno anche dialogato con le forze dell’ordine, presenti con auto di servizio e stand nel piazzale interno del tribunale. Poi, in un’ora e mezzo, è stato celebrato il processo, ripercorso in tutte le sue fasi salienti.

Nei panni del presidente della Corte d’Assise, l’avvocato Domenico Noris Bucchi; giudice a latere, l’ex tirocinante del tribunale Letizia Trasatti. Accanto, come giudici popolari, con la fascia tricolore indossata, alcuni studenti, mentre altri hanno coadiuvato le parti. A calarsi nel pubblico ministero, l’avvocato Leonardo Teggi; a inscenare l’avvocato difensore "del foro di Milano", il giudice reggiano Matteo Gambarati, seduto accanto all’imputato che era scortato dai due agenti penitenziari (questi veri). Il capo di accusa è stato redatto dal giudice dell’ufficio di sorveglianza Marco Bedini, che ha pure scritto il lungo e articolato canovaccio dei dialoghi: ma è rimasto anche spazio per l’improvvisazione, lo scontro tra le parti, il presidente che ha accolto o respinto richieste. A impersonificare i testimoni, sono stati allievi e insegnanti volontari della compagnia teatrale MaMiMò, coordinati dalla docente Cecilia Di Donato, che hanno tenuto laboratori anche in carcere: nei panni dell’imputato, ecco Francesco Redeghieri; in quelli dell’amante della donna uccisa, Omar Borciani; il maggiore dei carabinieri, è per l’occasione Lara Sassi; il medico legale, Federica Pisano; la psichiatra, Nyx Rota. Nella requisitoria, il ‘pm Teggi’ ha chiesto la massima pena ripercorrendo il compendio di prove e invitando i giudici "a non farsi impietosire dalle fantasie dell’imputato". Poi l’arringa del ‘difensore Gambarati’, che ha citato Tom Cruise in ‘Codice d’onore’ strappando un sorriso, ma ha esordito seriamente ricordando alla Corte: "Tra le mani avete la sorte di una persona", proponendo una ricostruzione alternativa e chiedendo l’assoluzione.

La Corte si è ritirata in camera di consiglio, per poi uscire qualche minuto dopo col verdetto letto da Bucchi "in nome del popolo italiano": tolta un’aggravante, è arrivato un ergastolo, accolto in aula da applausi e sorrisi. La presidente dell’Anm Reggio, il giudice Camilla Sommariva, affiancata dal giudice Silvia Guareschi, esprime soddisfazione: "Come Anm vogliamo sensibilizzare i giovani alla legalità, cercando un canale di comunicazione con loro. A volte emerge che tra i ragazzi si verificano bullismo e atti violenti: per le scuole e anche le istituzioni è importante anno dopo anno capire come modulare quest’occasione". Ha assistito il presidente del tribunale Cristina Beretti: "Speriamo che l’iniziativa, giunta al secondo anno, sia riproposta tante altre volte". Entusiasta l’avvocato Bucchi: "Ho toccato con mano l’emozione e il peso provati dal giudice per decidere con rettitudine e imparzialità. È stata una bellissima esperienza: grande merito agli organizzatori che ringrazio".