"Restituite i miei cari portati via dai partigiani"

Giancarlo Margini lancia un appello per ritrovare le spoglie del padre e del fratello scomparsi nel 1945, sperando di poter finalmente dare loro una sepoltura dignitosa.

Un appello, l’ennesimo, alla pietà di chi può sapere qualcosa. Per riavere, 79 anni dopo la morte, le spoglie dei propri cari, per poter dare loro una sepoltura, un luogo dove piangerle. Perché anche dopo così tanto tempo è difficile rassegnarsi a non avere una tomba su sui raccogliersi. Giancarlo Margini lancia un nuovo sollecito a chi possa sapere qualcosa sulla morte del padre Luigi, quarantanove anni, e sul loro fratello Umberto di diciassette. Spariti dal 26 aprile 1945. "Li portarono via alcuni partigiani, forse scambiandoli per altre persone: mio padre – racconta Giancarlo – faceva l’operaio alle Reggiane e non era interessato alla politica". Luigi Margini aveva sei figli: venne prelevato dalla sua casa di viale Montegrappa da tre partigiani e lo seguì anche Umberto che non volle lasciarlo solo. Da allora dei due non si seppe più nulla. Secondo qualche segnalazione furono portati alla caserma partigiana di Porta Castello e poi uccisi e sepolti nei boschi di Paullo di Casina. Le verifiche fatte in zona con il metal detector non hanno però dato risultato. "Speriamo – è l’appello rivolto come ogni anno, senza sosta, dalla famiglia Margini – che qualcuno possa darci qualche informazione: vorremmo avere un posto in cui poter piangere i nostri familiari".

al.cod