Saman morta strozzata o strangolata: lo studio dei periti sui resti trovati nel casolare

La 18enne uccisa a Novellara, per il suo omicidio la Procura accusa i genitori, lo zio e due cugini. Depositata la relazione degli esperti in vista dell’udienza di venerdì

Reggio Emilia, 8 maggio 2023 – A lei, che aveva parlato, denunciato e che aveva fame di libertà, hanno tolto il respiro con violenza. E lei, fino all’ultimo, ha lottato e ha provato a riprendersi il suo soffio vitale. Nonostante “l’avanzato stato di decomposizione” dei resti, gli esperti sono riusciti a individuare la causa del decesso di Saman Abbas: è morta per una “compressione del collo”, desunta dalla frattura dell’osso ioide, di cui vi sono “segni certi” e che è avvenuta mentre era ancora viva.

Il delitto d'onore di Saman Abbas, per il suo omicidio sono accusati i genitori, uno zio e due cugini. Il processo è in corso a Reggio Emilia
Il delitto d'onore di Saman Abbas, per il suo omicidio sono accusati i genitori, uno zio e due cugini. Il processo è in corso a Reggio Emilia

“Strozzata o strangolata”, scrivono i periti incaricati dalla Corte d’Assise di Reggio Emilia, davanti alla quale si sta svolgendo il processo per omicidio a carico di cinque imputati: i genitori, lo zio e due cugini della 18enne pakistana che si era opposta a un matrimonio combinato nel suo Paese natale.

La prima ipotesi presuppone l’uso delle mani sulla gola, la seconda il ricorso a uno strumento come un laccio: ma la conseguenza, “asfissia meccanica”, è la medesima, con esito fatale. Queste le conclusioni tratte dagli specialisti Cristina Cattaneo e Biagio Eugenio Leone, nominati dalla corte del tribunale reggiano presieduta da Cristina Beretti: la loro relazione preliminare, medico-legale e anatomopatologica, sarà discussa nell’udienza di venerdì, quando potrebbe videocollegarsi per la prima volta dal Pakistan anche il padre di Saman.

Il linguaggio scientifico non nasconde, ma anzi amplifica il pensiero sull’atroce fine della 18enne sparita il primo maggio 2021, cercata a lungo dai carabinieri coordinati dal pm Laura Galli e poi ritrovata il 27 novembre 2022, su indicazione dello zio Danish Hasnain, sepolta in un casale abbandonato a Novellara, a 700 metri da casa sua. È stata riportata alla luce grazie all’archeologo forense Dominic Salsarola: dopo un anno e mezzo, lo stato del cadavere, saponificato e ridotto a scheletro, non ne permetteva l’immediato riconoscimento. Eppure anche quei resti parlavano dello slancio vitale di ’Italian girl’, come si era nominata Saman sui social. Indossava una giacca-chiodo nera, una canotta bianca e jeans con strappi; diversi piercing alle orecchie e le cavigliere, una in tessuto multicolore. Nel terreno è stato trovato anche un anello con pietra Swarovski. L’analisi della zona dell’osso ioide ha evidenziato infiltrazioni emorragiche nei tessuti molli circostanti: anche da qui scaturisce la conclusione sulla causa del decesso. Nessun elemento emerge invece dall’osservazione di altri campioni prelevati, “a parte – rilevano gli specialisti – una generica abbondanza di materiale ematico nel tessuto polmonare": elemento “coerente con atti respiratori fatti contro resistenza al flusso respiratorio”. Parole che sembrano voler dire che lei ha lottato per l’ultimo soffio di vita. La certezza che si trattasse di Saman è derivata dai denti, attraverso una comparazione con le foto e i video che la ritraevano sorridente: il ricordo di lei che più stride con la sua fine nel buio.