Saman, le parole dello zio come una condanna

In una chat con un conoscente Danish Hasnain scrive: "Abbiamo fatto un bel lavoro". E’ ritenuto l’esecutore materiale del delitto

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"Abbiamo fatto un lavoro fatto bene". Sono queste le agghiaccianti parole che avrebbe riferito Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, la 18enne scomparsa da oltre un mese per cui si ipotizza l’omicidio, confidandosi in una chat con una persona a lui molto vicina. Il 33enne è ritenuto l’esecutore materiale del delitto, e la terribile frase sarebbe in possesso degli inquirenti. Non è ancora chiaro se il "lavoro" fosse legato proprio all’aver ammazzato Saman, ma per i carabinieri è un ulteriore elemento che identifica la colpevolezza dello zio. E si unisce alle prime dichiarazioni del fratello della 18enne (che aveva accusato subito lo zio), oltre ai video tra il 30 aprile e l’1 maggio, la sera in cui gli inquirenti ritengono che Saman Abbas sia stata uccisa, dove di fatto i genitori hanno consegnato la figlia a un tremendo destino.

Ma c’è un altro particolare inquietante. La giovane, sempre quella maledetta sera del 30 aprile, avrebbe ascoltato una conversazione della madre con un’altra persona, raccontandola poi di nascosto attraverso un audio (con il cellulare della mamma, visto che il suo era stato requisito dal padre) al fidanzato 21enne. La sequenza è da brividi: Nazia Shaheen avrebbe parlato di unica ’soluzione’ per una donna che non si attiene alle regole di vita pakistane: ucciderla. La ragazza aveva poi chiesto direttamente alla madre la veridicità di quelle frasi, ma la 48enne l’avrebbe rincuorata, ribadendo come fossero relative a un’altra vicenda accaduta in patria. Versione che non aveva convinto Saman: "L’ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me..." il nuovo audio mandato al fidanzato, che ha raccontato per filo e per segno ai carabinieri quel momento. Prima di chiudere la conversazione: "Non sono fiduciosa...". Clic.

Quella sera stessa Saman, come ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’azienda agricola ’Le Valli’, sarebbe uscita di casa zaino in spalla assieme ai genitori, senza mai più tornare. Probabilmente aveva ricevuto un’ultima rassicurazione, l’inganno finale da parte della famiglia, di poter raggiungere il fidanzato, come hanno raccontato alcuni conoscenti che avevano visto Saman più serena negli ultimi giorni.

Intanto ieri è stato emesso il provvedimento di custodia cautelare nei confronti dei genitori di Saman - attualmente in Pakistan - e dello zio, che si presume sia ancora in Europa, firmato dal gip Luca Ramponi. Un mandato di arresto internazionale che conferma le gravissime accuse di omicidio e sequestro di persona a loro carico.