Santa Croce in festa: "Grazie, questore"

Via Adua inizia la rinascita dopo la difficile stagione delle ex Reggiane. E il Comitato dei cittadini ringrazia le forze di polizia

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Sarà per l’insistente profumo di primavera, o perché si possono finalmente cogliere i sorrisi delle persone, per le grida festose dei bambini che giocano, per l’aereo che romba ancora basso nel cielo terso, completando il quadretto: al quartiere di Santa Croce esterna oggi non manca niente. Ogni cosa giusta al posto giusto, come in un plastico, un piccolo grande presepe vivente.

Via Adua è in festa. Interdetta al traffico. Ai lati due lunghe teorie di gazebo. Più di quaranta le associazioni presenti in una giornata che si candida ad essere ricordata come quella dell’anno zero, della rinascita.

"Se me l’avessero detto due anni fa forse non ci avrei creduto", scherza il questore Giuseppe Ferrari. Il pensiero corre alle Reggiane, ai capannoni divenuti il rifugio di persone allo sbando, costrette a sopravvivere – spesso di droga e di rapine – senza alcun decoro.

"Abbiamo avuto ’Striscia la notizia’, le cronache nazionali, ma abbiamo sempre lavorato con costanza, con impegno e serietà e i risultati sono venuti", tiene a ribadire il questore. "Prima avevamo un’area abbandonata con seri problemi di criminalità, penso soprattutto a piazzale Europa, ora un’area riqualificata che ha problematiche comuni a tutte le altre zone, non paragonabili a quelle precedenti".

Il Comitato ’Ascoltare Santa Croce’ gli fa un dono simbolico: una maglietta con lo stemma dell’associazione e un bel ’grazie’. Un’altra maglia è per il comandante della Polizia locale, Stefano Poma. Il segno, tangibile, di una coesione, nient’affatto scontata, tra forze dell’ordine e cittadinanza.

Il questore sorride, ringrazia con emozione la gente che gli batte le mani, si prepara a dare il fischio d’inizio ad una corsa. "E’ una bellissima festa per la città, la dimostrazione che il ’sistema’ a Reggio funziona", racconta agli giornalisti che gli fanno da corona. Il ’sistema’, si capisce, è il combinato del lavoro delle forze dell’ordine, del Comitato cittadino, delle associazioni del terzo settore e dell’amministrazione. "E’ grazie a loro se le persone che prima stavano alle Reggiane hanno trovato un posto dignitoso in cui dormire. Qui a Reggio ho trovato una solidarietà diffusa", si compiace Giuseppe Ferrari, che non vuole prendersi tutti i meriti.

Certo, molto si deve alla presenza degli agenti. "Le Reggiane – dice in proposito il questore – non sono mai state fuori controllo. Noi siamo sempre entrati nell’area, gli agenti conoscevano le persone che vi abitavano per nome". Poi, nello scorso settembre, l’arresto di nove persone "dedite ad attività delittuose".

Infine, quella che il questore chiama "liberazione": uno sgombero soft, un trasloco in altre strutture, i primi rudimenti di un mestiere, per ripartire. Così come riparte Santa Croce esterna, in questa via Adua che più che mai profuma di primavera e di speranza.

Andrea Fiori