Scambiò gli ispettori per malviventi

Il titolare di Mister Pizza ingaggiò una colluttazione coi funzionari dell’Ufficio del lavoro e chiamò il 113: assolto

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di Alessandra Codeluppi

Gli ispettori del lavoro erano entrati per fare un controllo nel locale.

Ma, secondo il titolare, fecero una vera e propria irruzione: senza presentarsi, a suo dire, si precipitarono nel retrobottega per cercare documenti per le loro verifiche.

Il gestore, Paolo Umberto Borghi, oggi quarantaduenne, sostiene che li scambiò per rapinatori e chiamò la polizia di Stato, che inviò le Volanti.

Gli agenti accertarono che non si trattava di delinquenti.

Erano funzionari che volevano verificare se vi fossero irregolarità nella conduzione del locale, il ‘Mister pizza’ di viale Montegrappa.

In particolare, l’attenzione era focalizzata a far emergere un eventuale ricorso al lavoro nero.

"A loro avviso, era accertato, tanto che fu emesso un verbale da oltre centomila euro, che poi venne annullato dopo il nostro ricorso al giudice civile, chiudendo definitivamente questa vicenda", racconta l’avvocato Nino Giordano Ruffini, difensore di Borghi.

Nel frattempo è rimasto aperto il filone penale, nel quale Borghi doveva rispondere di resistenza a pubblico ufficiale verso un’ispettrice del lavoro, accusa da cui è stato assolto.

Gli veniva contestato di essersi opposto all’intervento dei funzionari che stavano facendo un controllo amministrativo.

E di aver strappato di mano all’ispettrice, distruggendolo, un documento che doveva essere acquisito, provocandole una lesione alla mano sinistra.

Secondo la donna, che si è costituita parte civile tramite l’avvocato Vainer Burani, lui le aveva afferrato i polsi graffiandola.

Davanti al giudice Stefano Catellani, le parti hanno anche provato a simulare in diretta ‘il tiro alla fune’ con un foglio tra le mani, per verificare se potesse davvero provocare ferimenti.

Alla fine il giudice ha assolto il 42enne "perché il fatto non sussiste", ravvisando la causa di non punibilità, legata al fatto che il reato contestato sia stato commesso a causa dell’eccedenza del pubblico ufficiale dei limiti delle sue attribuzioni.

"Il mio assistito – dichiara l’avvocato Ruffini – è stato assolto perché i funzionari non si erano qualificati e hanno ecceduto con la loro azione".

Parola alla Rsu dell'ispettorato

La Rsu dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Parma - Reggio Emilia e le categorie sindacali della Funzione Pubblica della  Provincia di Reggio Emilia, contestano la ricostruzione dei fatti operata nell' articolo apparso sul Carlino Reggio il 9 novembre 2022. Non corrisponde, infatti, a verità che gli ispettori del lavoro non si fossero qualificati prima di accedere nei locali in quanto, non essendo dotati, a differenza delle forze dell'ordine, di una divisa, per identificarsi sono tenuti ad esibire il tesserino personale ove sono indicati, peraltro, tutti i poteri conferiti dalla legge.   Gli ispettori del lavoro hanno sempre condotto l’attività di vigilanza nel rispetto rigoroso del codice di comportamento adottato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, in osservanza dei principi di collaborazione e rispetto reciproco con il soggetto ispezionato.   L’immagine dell’ispettore del lavoro che viene descritta nell'articolo, con l’utilizzo anche del termine “fare irruzione” non è né rispondente al vero né rispettosa della funzione sociale che svolge il personale dell’Ispettorato del lavoro, da sempre in prima linea nella lotta al sommerso e a difesa dei diritti sociali.