Secondo colpo in 20 giorni "Ora abbiamo tutti paura"

Il 25 agosto sempre due rapinatori avevano svaligiato la tabaccheria del paese. Anche in quel caso avevano sparato, ma solo per spaventare

Migration

E’ un posto di frontiera La Veggia. E’ un paese piccolo e, adesso, impaurito. Due rapine a suon di colpi di pistola in meno di tre settimane sono più che sufficienti per scuotere le coscienze e la tranquillità di un paese che gravita prevalentemente sulla ricca Sassuolo, situata a poche centinaia di metri più in là. Basta superare il ponte sul Secchia e il ‘gioco è fatto’. La sera del 25 agosto, ad essere oggetto delle mire dei rapinatori è stata la tabaccheria del paese, sempre in via Radici e sempre all’orario di chiusura (le 19,30), quando il titolare generalmente fa i conti dell’incasso di giornata e si accinge ad abbassare la serranda. E’ in quel momento che entra un rapinatore, pistola alla mano e si fa consegnare l’incasso. 200 euro circa. Nell’azione – secondo la ricostruzione dei carabinieri di Casalgrande intervenuti sul posto – sarebbero stati esplosi anche dei colpi di arma da fuoco, senza però che fosse rinvenuto alcun bossolo. Ragion per cui, si ritiene ancora adesso si sia trattato di una scacciacani. Il malvivente è fuggito a bordo di una moto guidata da un complice. Una similitudine, questa, rispetto alla rapina, sempre a mano armata, avvenuta lunedì intorno alle 20,40, in cui è rimasto ferito un benzinaio di 53 anni. "Potrebbero essere gli stessi, perché anche lunedì erano in due. Uno che ha agito e un complice che era a bordo dell’auto con cui poi sono fuggiti", dice un’altra signora sempre residente alla Veggia. Fatto sta che la gente è terrorizzata. "I prossimi potremmo essere noi", dice la titolare del bar di fronte alla filiale della Bper dove è avvenuta la rapina lunedì sera. "Ormai quando sono le 19.40, mi chiudo dentro e aspetto che arrivi mio marito. Prima portavo fuori l’immondizia e rimanevo fuori a far due chiacchiere con chi c’era. Oggi non più. C’è da aver paura". Ad assistere alla scena c’era l’altra titolare del bar. Non parla, ma ha raccontato alla socia: "Mi ha detto che ha sentito frastuono e poi degli spari. Ha visto un uomo con il volto coperto, ma poi si è buttata a terra per nascondersi. In quelle situazioni non sai mai cosa può accadere". "Io abito proprio sopra la banca – ci dice il titolare di una macelleria poco distante la casa del 53enne ferito – Sono stati i miei figli che hanno sentito un gran frastuono. Abbiamo avvertito anche gli spari, ma lì per lì pensavamo fossero dei petardi. Poi ci siamo affacciati ed abbiamo visto le ambulanze e le forze dell’ordine". La vittima della rapina di lunedì, vive, solo, in un appartamento, seminterrato adiacente alla macelleria. La Veggia non è New York, sono tutti lì a pochi passi l’uno dall’altro. "E’ un tipo tranquillo, regolare. Ha due cani, lo vedo portarli a spasso al mattino", conclude l’esercente.

Ni. bo.