Si barrica nel bar con un coltello. Pugni, calci e minacce ai militari

Ha anche tentato di sfilare la pistola a un carabiniere, locale evacuato. Ieri in aula il 42enne ha chiesto scusa

Si barrica nel bar con un coltello. Pugni, calci e minacce ai militari

Ha anche tentato di sfilare la pistola a un carabiniere, locale evacuato. Ieri in aula il 42enne ha chiesto scusa

Una serata di follia, quella di giovedì, per un uomo di 42 anni di origine irachena, già ben noto alle forze dell’ordine, il quale non ha esitato a barricarsi dietro il bancone di un bar, armato di coltello, pur di cercare di sfuggire ai carabinieri che lo avevano fermato in quanto intercettato a Correggio nonostante un foglio di via obbligatorio proprio dalla cittadina della Pianura reggiana. Già la sera prima, notato da un carabiniere, il 42enne era riuscito a fuggire. E l’altra sera, verso le 19, è stato nuovamente intercettato, stavolta in un bar di viale Saltini, mentre era impegnato ai videopoker. Vistosi braccato, non ha esitato ad aggredire i carabinieri con pugni e calci, cercando pure di strappare la pistola a uno dei militari, costringendoli all’uso dello spray urticante per neutralizzarlo. Nonostante ciò, l’uomo è riuscito a barricarsi dietro il bancone del bar, afferrando un coltello e minacciando di morte i militari. Il bar è stato precauzionalmente evacuato per evitare problemi, avviando una mediazione durata per oltre mezz’ora, fino a quando l’iracheno ha deposto il coltello per poi arrendersi. Due carabinieri sono ricorsi alle cure sanitarie per medicare lesioni guaribili entro una settimana, mentre lo straniero è stato curato sul posto e poi dichiarato in arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. A quel punto gestori e clienti del bar hanno potuto far rientro nel locale pubblico, lo stesso già in passato oggetto di controlli per la presenza di soggetti pregiudicati.

Per l‘arrestato, il 42enne Salah Ahmed Alì Mohamed Abdul, sono state formulate le ipotesi di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Un militare ha avuto una prognosi di sette giorni, l‘altro di tre. L‘uomo è comparso ieri davanti al giudice Michela Caputo per la direttissima. Si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha reso dichiarazioni spontanee: ha chiesto scusa e ha detto che non ricordava bene l‘accaduto (pare fosse ubriaco). Il pubblico ministero ha chiesto l‘obbligo di firma, l‘avvocato difensore Massimo Cacciari la remissione in libertà. Il giudice ha deciso l‘obbligo di firma fuori dalla provincia di Reggio. È stato chiesto un termine a difesa e la prosecuzione della direttissima è stata rinviata a ottobre.

Alessandra Codeluppi

Antonio Lecci