Stupro Reggio Emilia, la verità sui cellulari. La famiglia della 15enne: "Troppo clamore"

Al vaglio dei carabinieri i video nei telefoni prelevati ai tre indagati e alla ragazzina di 15 anni che ha denunciato lo stupro

A Roma due casi di stupro negli ultimi quattro giorni

A Roma due casi di stupro negli ultimi quattro giorni

Reggio Emilia, 3 febbraio 2022 - "Dalla mattina di libertà al calvario". Non usa mezze parole la famiglia della 15enne che sarebbe stata stuprata a Reggio Emilia da tre compagni di classe: uno, arrestato, è ora ai domicliari; altri due sono indagati a piede libero. "Quelle ore si sarebbero dovute svolgere tra playstation e shopping: un normale momento di libertà da scuola, come capitato a tutti noi durante l’adolescenza".

I parenti della giovane affidano il proprio pensiero all’avvocato Andrea Davoli. Quel venerdì, approfittando di uno sciopero a scuola, i cinque minorenni – c’era anche una seconda ragazza – si sono ritrovati nella casa del genitore del 15enne arrestato. La giovane ha bevuto alcol e vodka in quantità, come emerso dagli esami ematici. Poi con i coetanei c’è stato il sesso e infine lei ha chiesto aiuto alla sorella, dicendo di essere stata violentata, e indicando il responsabile nel 15enne ora ai domiciliari. Degli altri, in prima battuta, non si ricordava perché annebbiata dall’alcol.

Ora la famiglia ribatte alle dichiarazioni del 15enne arrestato, che sostiene che il rapporto fosse consenziente, anche perché lei gli aveva dato due baci lasciandogli il segno sul collo. "Appare certo – scrive il legale – lo sfruttamento di una condizione psicologica alterata". La famiglia fa sapere di volersi chiudere nel riserbo con i giornalisti: il legale esprime "preoccupazione" a tutto tondo, "per la deriva sensazionalistica che stanno prendendo episodi di evidente gravità e sofferenza, soprattutto per i minori coinvolti e le loro famiglie". In particolare, per la ragazza di 15 anni: "È evidente che le conseguenze psicologiche per lei saranno gravi, pesanti e oggetto di un lungo percorso".

Ieri sono proseguiti gli ulteriori accertamenti a carico degli altri due indagati a piede libero. Dalla Procura minorile un 15enne, assistito dall’avvocato Liborio Cataliotti, ha ricevuto l’invito a presentarsi, per avere anche l’avviso di garanzia. Il minorenne è stato accompagnato dall’avvocato Costantino Diana, in sostituzione di Cataliotti: "Non posso dire nè se il nostro assistito abbia rilasciato dichiarazioni".

Cataliotti annuncia che farà ricorso al Riesame "verso un sequestro subìto dall’indagato". Il riferimento è al cellulare, prelevato ieri a lui e nei giorni scorsi anche agli altri due indagati e alla ragazza che figura come parte offesa. L’impugnazione al Riesame è una mossa per consultare gli atti del fascicolo e preparare la difesa. Al vaglio dei carabinieri ci sono le chat tra l’arrestato e un altro 15enne. Alle 14.31 di venerdì il primo gli aveva scritto: "Fra’ sta dicendo da mezz’ora che l’abbiamo stuprata". E il secondo: "Siamo nella merda fino al collo"; e poi: "Fra’ ma è ancora ubriaca? Fra’ ma fai qualcosa". Non solo: gli accertamenti si stanno concentrando anche sulle altre conversazioni e sulle immagini realizzate coi cellulari mentre gli adolescenti bevevano (mentre pare che non siano state fatte relativamente agli atti sessuali).

Da qui potrebbe venire qualche prima risposta per approfondire la vicenda. Silvia Marzocchi, a capo della Procura dei minori, interpellata dal Carlino è stata categorica: "La vittima era in condizioni di inferiorità e incapacità di prestare valido consenso, in quanto aveva assunto alcol". E ha aggiunto: "Si valuterà se sia stata violenza di gruppo o di più atti che si sono susseguiti".