Stupro di Reggio Emilia, la pm: "Valutiamo la violenza di gruppo"

Silvia Marzocchi, a capo della Procura dei minori spiega: "La ragazza di 15 anni ubriaca, i tre coetanei hanno agito come un branco"

Stupro a Reggio Emilia

Stupro a Reggio Emilia

Reggio Emilia, 2 febbraio 2022 - "Si valuterà se sia stata violenza di gruppo o se si sia trattato di più atti sessuali che si sono succeduti". A fare il punto è Silvia Marzocchi, a capo della Procura dei minori di Bologna, che sta conducendo approfondimenti investigativi sulla sconcertante e delicata vicenda avvenuta a Reggio. Ovvero l’arresto di un 15enne denunciato per stupro da una compagna di classe che, mentre era annebbiata dall’alcol, ha avuto rapporti sessuali con lui e, a quanto emerge, anche con altri due amici.

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Approfittando di uno sciopero a scuola, i cinque adolescenti - c’era anche un’altra ragazza - si sono ritrovati venerdì nella casa di un genitore del ragazzino ora ai domiciliari. Di certo c’è che la quindicenne abbia bevuto alcol e vodka alla pesca in compagnia, rimanendone annebbiata (come provato anche dagli esami del sangue otto ore dopo): poi il sesso con i coetanei e, alle 15.20, la sua chiamata di aiuto alla sorella, che ha avvisato i carabinieri. Il 15enne ha ammesso il rapporto sessuale, sostenendo però che lei fosse consenziente. E ha detto che pure gli altri due avevano fatto lo stesso.

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Pure un altro ragazzo - con cui lui ha scambiato chat ritenute compromettenti - ha confermato di avere fatto sesso con lei, e lo stesso ha detto per l’arrestato. I tre maschi risultano tutti quanti indagati "per violenza sessuale aggravata: per atti compiuti su una persona in stato di ebbrezza, che non può validamente dare il consenso: "su tutti e tre - puntualizza il procuratore Marzocchi - le indagini procedono". Anche per capire i contorni precisi di quanto avvenuto: seppure il nodo della qualificazione della violenza - se di gruppo o di singoli atti - ancora non sia stato sciolto, il pm titolare del fascicolo Alessandra Serra l’ha descritta negli atti come "condotta del branco".

"Non hanno esitato ad approfittare dell’ubriachezza della minorenne per consumare rapporti sessuali". Per il 15enne "si è proceduto all’arresto nella quasi flagranza del reato di violenza sessuale: la vittima era in condizioni di inferiorità e incapacità di prestare valido consenso, in quanto aveva assunto alcol. L’arresto è stato possibile - spiega Marzocchi - perché i carabinieri sono intervenuti nell’immediatezza, hanno trovato uno dei tre presunti autori e rilevato le tracce del reato appena commesso, ovvero le condizioni della ragazza".

Davanti al gip, il pm aveva domandando la custodia cautelare in carcere, ravvisando "gravi indizi di colpevolezza". Come i messaggi scambiati tra l’arrestato e l’amico, un’ora prima dell’arrivo dei carabinieri: "Fra’ - dice il primo - sta dicendo da mezz’ora che l’abbiamo stuprata". L’altro risponde: "Siamo nella merda fino al collo". Il 15enne finito in manette: "Lo so". E l’altro: "Fra’ ma è ancora ubriaca? Fra’ ma fai qualcosa".

Una frase, quest’ultima, che secondo gli investigatori prova che i ragazzi fossero consapevoli che lei era ubriaca. "Non essendoci la flagranza di reato", per gli altri due quindicenni, spiega Marzocchi, "è scattata la denuncia a piede libero". Oltre alla necessità di ulteriori approfondimenti sui tre indagati maschi, il pm Serra l’ha indicata nero su bianco anche per la seconda ragazza che era nella casa oltre alla 15enne che ha denunciato: "La giovane ha abbandonato la casa, ma era stata presente nella prima parte del pomeriggio".