Stupro di Reggio Emilia, il padre del 15enne arrestato: "E’ un bravo ragazzo"

L’avvocato che lo tutela: "Questa vicenda va chiarita in tutti i particolari"

Scarpe rosse contro la violenza sulle donne

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Stupore. Incredulità. Preoccupazione. È nella quotidianità di una famiglia ‘normale’ che irrompe all’improvviso una notizia pesante: il figlio di 15 anni arrestato per l’ipotesi di violenza sessuale su una coetane.

Oltre al minorenne, anche il padre è stato sentito in caserma dai carabinieri: "Mio figlio è un bravo ragazzo - ha detto -. Passava il tempo tra la scuola e la casa. Ha un discreto rendimento nello studio. Fa sport...". Ora l’adolescente è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari nella casa del genitore dove abitava anche prima. Quale pena, per lui, ritrovarsi il figlio costretto tra le mura di casa, e non riconoscere più quel volto così familiare, perché gli atti investigativi ne fanno un ritratto stravolto: "Prima d’ora mio figlio non mi aveva mai dato preoccupazioni".

Il papà non riesce a farsene una ragione: crede che la situazione sia stata anche il frutto di un equivoco. Ma il pm della Procura dei minori di Bologna Alessandra Serra parla di "condotta gravissima", di "comportamento fortemente spregiudicato" ed "elevato disprezzo per la dignità delle persone". Nella richiesta di custodia in carcere, il magistrato evidenziava il tenore dei messaggi con il coetaneo, "da cui emerge la consapevolezza del disvalore della condotta", e la sospetta cancellazione di alcune chat. E poi quello che viene descritto come un "tentativo di fuga" all’arrivo dei militari. La porta dell’appartamento nell’abitazione dell’altro genitore era stata lasciata aperta, mentre il giovane è stato trovato poco dopo sul retro della casa: "L’indagato poteva udire quanto la 15enne e la sorella riferivano ai carabinieri". Oltre alla "cancellazione delle tracce di consumo di alcol nella casa del genitore, tanto da buttare nel pattume una delle due bottiglie d’alcol". Il 15enne ha detto di "non essersi mai ubriacato e di non aver mai bevuto o fumato". Sostiene che il rapporto con la ragazza sia stato consenziente: "Lei mi aveva dato due baci sul collo lasciandomi il segno". Ha mostrato le foto dei ‘succhiotti’: "È stata lei. Io credevo che fosse disponibile...". Ma non si era accorto che lei era ubriaca? L’analisi ematica delle 19.30 ha dato un valore di 96mgdl: secondo i medici "in mattinata aveva raggiunto un considerevole stato di ebbrezza" diversamente dall’arrestato che è risultato sobrio. "È vero che barcollava un po’ a destra e un po’ a sinistra - ha detto lui - ma io avevo capito che lei ci stesse". Sono famiglie ‘normali’, quelle ora stravolte dalla vicenda: qualcuna lacerata da una separazione, ma come ormai avviene a tante coppie. Madri e padri che lavorano entrambi, qualcuno come operaio. Contesti che non sono di degrado lampante, ma appaiono decorosi pur nella fatica quotidiana di tirare avanti. "Sono cinque ragazzi che si conoscono da tanti anni. Come potevano pensare di fare qualcosa di simile rimanendo impuniti?", è il pensiero che trapela da un’altra famiglia. Eppure è in questa apparenza ordinaria che è esploso il desiderio di trasgressione poi degenerato, a quanto sembrerebbe, in qualcosa di più brutale. Per una volta la difesa concorda con la pubblica accusa: "Ritengo che i domiciliari siano una misura cautelare adeguata, alla luce della personalità del ragazzo - afferma l’avvocato Giacomo Fornaciari -. Ma, come sostiene anche il pm, la vicenda va chiarita in tutti i particolari: bisogna approfondire le indagini sentendo anche l’altra giovane e gli altri ragazzi".

Alessandra Codeluppi