Aumentano le segnalazioni di morie di pesci in canali della Bassa, in particolare corsi d’acqua gestiti dalla Bonifica Terre dei Gonzaga. Diversi gli episodi segnalati tra Luzzara, Guastalla e Reggiolo fino a Bagnolo, Novellara, Correggio e San Martino in Rio. Nonostante norme sulla quota d’acqua "minimo vitale", non sempre nei canali è presente risorsa idrica sufficiente a evitare estese morie di pesci, anche di grosse dimensioni. Con la questione estesa al territorio, con pesci morti trasformati in un problema igienico sanitario e proliferazione di insetti. In alcuni casi, grazie a cittadini volontari, pescatori e guardie giurate ecologiche ambientali, si agisce col recupero del pesce, da trasferire in tempi rapidi nel Po o in capienti laghetti. Ma spesso i pesci restano intrappolati in piccole pozze d’acqua. Secondo molti ambientalisti, l’errore è quello di considerare i canali solo come "sistema idraulico", quando invece rappresentano il "reticolo ecologico di biodiversità e di sicurezza del territorio". I canali vanno svuotati per meglio accogliere acqua in caso di temporali o alluvioni. Ma una quota minima va garantita. Dalla Bonifica Emilia Centrale si sottolinea come l’attività dei canali sia, per competenza, puntata all’irrigazione per l’agricoltura e non per la pesca sportiva amatoriale. Dal 15 settembre gli impianti per alimentare i canali sono stati spenti. E non sono stati più riattivati, anche per questioni di risparmio energetico.
Antonio Lecci