Uno ’Sciacallo Dorato’ avvistato nei boschi

L’esemplare è stato immortalato dal santilariese Diego Barbacini, che piazza fototrappole nelle aree verdi meno battute dall’uomo

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di Francesca Chilloni

Dopo il lupo, nelle aree boschive della Val d’Enza è arrivato lo Sciacallo Dorato (Canis Aureus), un simpatico canide grosso come una volpe e ululante come il più grosso "cugino" coyote. L’avvistamento, certificato da zoologi autorevoli, si deve al santilariese Diego Barbacini che piazza fototrappole nei boschi reggiani e del parmense, insieme ad un gruppo di amici significativamente battezzato "I lupi" e attivamente collaborante con "L’osservatorio" legato al Wwf e al Wac, il Wolf Appennine Center.

"Quando ho scaricato e lo visto i fotogrammi mi è mancato il respiro dall’emozione: ero riuscito scoprirne uno – racconta Barbacini –. Lo Sciacallo Dorato è originario del Caucaso e dell’Est Europa, in Italia da decenni vive nel Carso, mentre alcuni esemplari sono documentati in Piemonte. In Emilia-Romagna non erano mai stati visti, fino al 4 dicembre scorso quando ne venne fotografato uno nelle vicinanze della Barilla. Poi il 21 gennaio un altro esemplare è stato visto nel greto del Secchia, a Modena. Ne parlavo sabato sera con lo zoologo Luigi Molinari, del Wac, che scherzosamente mi ha detto: adesso tocca a te avvistarlo. Quando domenica sono andato a ritirare le fototrappole… ecco che c’era, che correva qua e là! E’ presente in due filmati, che ho inviato a degli specialisti. Pare che addirittura possano essere due individui differenti: un maschio adulto e un giovane, più piccolo. Questo è il periodo in cui i giovani escono dai branchi ed iniziano a vagare".

I filmati sono stati mostrati, oltre che a Molinari, a Luca Lapini, zoologo del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine e consulente di vari enti, università e musei europei. Certificata dunque la presenza dello Sciacallo Dorato, bisognerà ora capire come si colloca nella nostra area e che rapporto potrà instaurare con gli altri predatori come le volpi e i lupi del branco dei Quercioli, che hanno un territorio abbastanza vasto.

Certamente lo sciacallo tende ad essere "opportunista", quindi la convivenza potrebbe diventare stabile e serena. Barbacini non vuole rivelare il sito in cui ha individuato lo sciacallo, ma rivela un segreto: "Non è vero che gli animali selvatici sono usciti allo scoperto con il lockdown, siamo noi esseri umani che abbiamo rallentato i ritmi e ci siamo resi conto della loro presenza. Basta osservare la Natura come facciamo noi, e si scoprono meraviglie".