Reggio Emilia, violentò bimbo disabile. Condannato il 21enne

La sentenza: 5 anni e quattro mesi al giovane pakistano

Il giovane che ha violentato un bambino disabile di tredici anni (Artioli)

Il giovane che ha violentato un bambino disabile di tredici anni (Artioli)

Reggio Emilia, 9 aprile 2018 - È stato condannato stamattina a cinque anni e quattro mesi di pena, per effetto del rito abbreviato dagli iniziali otto, il 21enne pakistano Akhtar Nabeel, accusato dall’agosto 2017 di un episodio di abuso sessuale nei confronti di un ragazzo disabile residente nella Bassa reggiana. Il 21enne era stato messo in carcere solo il mese successivo, dopo che il sostituto procuratore Maria Rita Pantani aveva presentato appello al Riesame contro la decisione di tenere in libertà il pakistano, un provvedimento del gip Giovanni Ghini che aveva sollevato proteste ad ampio raggio.

Il giovane è comparso in aula, davanti al giudice Luca Ramponi, assistito dal legale Domenico Noris Bucchi: il tribunale ha accolto la sua richiesta di riqualificare il reato da violenza sessuale ad atti sessuali con minori, oltre alle attenuanti generiche. Il magistrato Pantani aveva chiesto per il pakistano una condanna di dodici anni.

Presenti anche le parti civili. C'era l'avvocato Monica Nassisi di Roma per il bambino abusato e anche per la sua famiglia, in rappresentanza anche della onlus antipedofilia La Caramella buona, che, guidata dal presidente Roberto Mirabile, stamattina in tribunale, ha seguito tutto il caso. Presente anche l'avvocato Marco Scarpati, in rappresentanza dell'Unione dei Comuni Pianura reggiana, che si è costituita parte civile.

Il giovane fratello della vittima ha detto a commento della sentenza: "Giustizia è stata fatta non solo per mio fratello, ma anche per tutti i bambini che sarebbero potuti diventare vittima di un soggetto che ha dimostrato di non poter stare in una comunità civile. Ma per la nostra famiglia ci vorrà ancora molto tempi e tante cure perché mio fratello torni a vivere la propria vita serenamente. Ma la condanna ci dà fiducia per un futuro migliore".