REDAZIONE REGGIO EMILIA

Voleva bruciare i lacci e i guanti in lattice

Nel cestino del garage ritrovati dei resti bruciacchiati che aggravano la posizione di Marco Eletti, accusato dell’assassinio del padre

Brandelli bruciacchiati di guanti in lattice e di lacci. Questo è quello che i carabinieri avrebbero recuperato nel cestino dato alle fiamme nel garage della casa della morte.

Una circostanza che aggrava la posizione di Marco Eletti, 33 anni.

Il giovane autore di cataloghi aziendali e manuali tecnici – ma con l’ambizione di affermarsi come scrittore di romanzi di fantascienza – dall’alba di domenica è in stato di fermo. E’ accusato di aver ucciso con cinque martellate alla testa il padre Paolo, 58 anni, operaio in pensione, e di aver cercato di eliminare la madre Sabrina Guidetti, 54 anni, recidendole le vene dei polsi.

Secondo gli inquirenti, Marco aveva studiato il delitto perfetto, una messinscena ben studiata per simulare una lite tra genitori degenerata in tragedia, con la mamma che – davanti al marito agonizzante – avrebbe cercato di togliersi la vita.

Ma Marco avrebbe sbagliato i tempi. Le sue urla di sorpresa e di orrore, a metà pomeriggio, si sarebbero levate troppo presto. Non c’è stato il tempo di eliminare del tutto guanti e lacci, prima dell’arrivo dei soccorritori. Soprattutto, c’è stato – fortunatamente – il tempo di portare via ancora in vita mamma Sabrina.

La donna, ex parrucchiera, è molto grave all’ospedale Santa Maria. Non solo per l’emorragia causata dalle ferite alle braccia, che presentavano anche dei lividi. E’ grave per l’intossicazione da benzodiazepine, come hanno svelato le prima analisi.

Ora, solo l’autopsia potrà dire se anche il marito Paolo aveva ingerito ansiolitici in grande quantità, prima di cadere sotto i colpi di martello. Oggi dovrebbe essere conferito l’incarico per eseguire l’esame medico legale.

Ma i guanti, i lacci e i tranquillanti sono tessere che compongono un puzzle fosco e del tutto avverso al ragazzo.

Il giovane scrittore – che era stato visto far visita ai genitori molto prima dell’allarme – avrebbe dunque raggiunto la casa dei genitori all’ora di pranzo, li avrebbe storditi con un farmaco, forse legato la mamma (per via delle ecchimosi alle braccia) per poi infierire sui corpi.

Perché tanto odio? "Questioni patrimoniali", dicevano gli inquirenti. Il problema era legato alla casa della nonna, scomparsa da pochi mesi. I genitori del ragazzo, che vivono nell’appartamento attiguo a quella della signora, avrebbero voluto che Marco e la compagna Giulia lasciassero l’abitazione di Gavasseto per trasferirsi lì con loro.

Marco invece aveva un altro progetto. Voleva che i genitori vendessero entrambi gli appartamenti, si trasferissero in un’abitazione più piccola e gli liquidassero almeno in parte l’eredità.

Il maggiore dei carabinieri Luigi Scalingi faceva ieri notare che – di fronte alle pesanti accuse mossa dal pm Piera Giannusa – Marco ha sì negato, ma non ha perso il suo aplomb. Non ha protestato. Non ha gridato di essere innocente.

Andrea Fiori