Ballottaggio Reggio Emilia, Zingaretti: "La gente non regalerà la sua storia alla destra"

Il segretario dem in piazza San Prospero per Vecchi

Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

Reggio Emilia, 8 giugno 2019 - Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd, Reggio va al ballottaggio per la prima volta in 74 anni. Vincerà ancora il sindaco uscente Luca Vecchi?  «Noi chiediamo a Reggio di aiutare l’Italia a rimettersi in piedi. Io sono ottimista, perché giro moltissimo e vedo che le persone vogliono difendere la propria comunità: e difenderla vuol dire non regalarla a chi ha fatto tante promesse ma in un anno ha messo in ginocchio il Paese».   

Ma il ballottaggio è diventato una realtà anche in città come Reggio - oltre a Ferrara e Forlì - che erano considerati fortini rossi inespugnabili. Come se lo spiega?  «Io credo che ci sia stata invece una grande rimonta rispetto anche a solo un anno fa. C’è chi è bravo a raccontare i problemi - soprattutto la Lega - ma è incapace di risolvere i problemi che racconta».

A Reggio alle amministrative 2014 il sindaco Luca Vecchi prese il 56%, e il Pd il 49%. Al primo turno 2019 Vecchi ha avuto il 49% e il partito il 38%. Come spiega quest’emorragia di voti?

«Se guardassimo alle politiche del 2018... Di solito i confronti si fanno con le ultime elezioni. E se pensiamo ai sondaggi dell’agosto 2018, ci davano al 15%, mentre ora siamo al 23%».

Non parliamo di dati nazionali, ma di voti alle comunali. «Non c’è dubbio che vi sia stata una capacità di alcuni raccontare i problemi degli italiani, a cui corrisponde però anche l’incapacità di risolverli. La vita degli italiani è peggiorata. Ce lo raccontano le crisi industriali che esplodono, l’aumento della disoccupazione e della cassa integrazione straordinaria del 78%». 

La Lega Nord ha raccolto a Reggio il 21% al primo turno. Alle europee in Emilia-Romagna ha avuto il 33%, mentre il Pd il 31%. Non teme un influsso anche sulle vicine elezioni regionali?

«No. Anche a Reggio la qualità del nostri amministratori ha sempre fatto la differenza. Sono sicuro che in questa regione i cittadini non si metteranno nelle mani di chi ha messo in ginocchio un grande Paese come l’Italia. Parliamo del futuro delle nostre famiglie e di un comparto produttivo che crea ricchezza per l’intera nazione e l’Europa. Provate a dire a un imprenditore se vuole uscire dall’euro o se vuole i mini Bot: lo scetticismo sarebbe totale. Questo livello di confusione e di incertezza è uno dei più grandi pericoli in Italia: penso che alla fine gli italiani difenderanno il buongoverno dei Comuni». 

Eppure tre città in regione tornano al voto per la seconda volta. Come pensate di vincere?  «Vinceremo a Reggio e in regione raccontando il futuro della nostra terra e come continuare a crescere ed essere una della realtà produttive più importanti d’Italia. La Lega non può neppure parlare del suo bilancio, che è vergognoso, mentre noi potremmo comunque farlo con orgoglio. Stiamo lavorando per ricostruire un’alternativa fondata sul lavoro, la rivoluzione verde e gli investimenti sulla scuola».

Su questioni come la sicurezza, il degrado nelle città e gli stranieri, assai sentite dai cittadini, non crede che siano diventati cavalli di battaglia della Lega perché il Pd li ha trascurati?  «Sfido chiunque a dirmi un progetto per la sicurezza fatto dalla Lega per le città. Ha persino tagliato i fondi alle forze dell’ordine...».