Ballottaggio Reggio Emilia, Berlusconi: "Scegliete l’alternanza"

L’appello del leader di Forza Italia a sostegno di Salati: "Spero che anche qui arrivi la svolta"

Silvio Berlusconi (Imagoeconomica)

Silvio Berlusconi (Imagoeconomica)

Reggio Emilia, 8 giugno 2019 - Presidente Silvio Berlusconi, la Reggio ‘rossa’ è al ballottaggio per la prima volta in 74 anni. A lei che ha combattuto sempre contro i ‘comunisti’, che effetto le fa?

«Anche se non esiste più nulla del vecchio Pci, esiste ancora il vecchio sistema di potere della sinistra in Emilia Romagna. Un modello di cui Reggio era uno dei simboli, e che è in crisi ovunque. I cittadini di Reggio hanno per la prima volta l’occasione di cambiare davvero, di provare il buon governo del centro-destra, e i vantaggi dell’alternanza. I monopoli, come sa bene chi si intende un po’ di economia, sono sistemi poco efficienti».

È fiducioso per il risultato finale?

«Essere arrivati fin qui è già un risultato storico, ma è soltanto il primo tempo della partita. Dobbiamo vincere il match: bisogna che tutti i cittadini vadano a votare al ballottaggio per non sprecare un’opportunità di cambiamento come questa».

Lei pensa che il centrosinistra abbia fatto il suo tempo nel fortino dell’Emilia-Romagna? E come mai?

«Ha usato l’espressione giusta, ‘fortino’. La sinistra si è arroccata nei palazzi del potere locale, appare più interessata a difendere i propri interessi che non quelli dei cittadini. Con queste elezioni faremo entrare aria nuova: al posto dei soliti professionisti della politica porteremo alla guida del comune personalità che nella loro attività hanno fatto bene e che vogliono mettere le loro competenze ed energie a servizio della collettività».

Sarebbe una rivincita personale riuscire a strappare il municipio nella terra di Romano Prodi, il suo storico avversario?

«Le rivalse personali non sono nella mia indole, e d’altronde non ho mai considerato il prof Prodi un antagonista, mi pare che il nostro curriculum professionale e politico non sia in nessun modo paragonabile. Neanche per quanto riguarda il consenso ottenuto dagli italiani».

Come mai secondo lei questa città ha espresso così tante figure di rilievo nelle istituzioni? Pensiamo allo stesso Prodi, a Pierluigi Castagnetti così come a Camillo Ruini. E’ la ricchezza generata dalla rivalità tra don Camillo e Peppone?

«È anche la città di Nilde Iotti, o se vogliamo spingerci più lontano, di Ludovico Ariosto. La vostra è una città con una grande storia: è la città del Tricolore, è un luogo di cultura raffinata, di grande passione civile e impegno politico. Le storie di Don Camillo e Peppone sono il simbolo di un confronto duro ma leale, che non cancella l’umanità e la generosità della vostra terra. Quel confronto è un grande valore, che si perde se per troppo anni è impossibile un’alternanza. Anche per questo spero che per Reggio Emilia sia giunto il momento di una svolta che farebbe bene a tutti».

Quali sono a suo avviso i problemi principali di Reggio e del resto dell’Emilia Romagna che per la prima volta sembra davvero ‘scalabile’ da parte del centrodestra?

«La vostra città e la vostra Regione sono molto avanzate, offrono una qualità della vita e dei servizi dei quali è legittimo che andiate fieri. Gran parte del merito però è dell’operosità, dello spirito di iniziativa, del senso civico dei cittadini, non certo della sinistra che al contrario ha limitato le potenzialità del vostro territorio. Meno tasse, meno burocrazia, meno clandestini per le strade, più infrastrutture, più sicurezza nei quartieri a rischio sono le ricette applicate in tutti i comuni amministrati dal centro-destra. L’intera Emilia-Romagna oggi è come un’auto dalle prestazioni brillanti ma con il motore ingolfato. Noi abbiamo le ricette giuste per farla ripartire al meglio delle sue potenzialità».