"Il sostegno al sindaco di Brescello dovuto a strabismo sulla mafia"

I magistrati Gian Carlo Caselli e Armando Spataro in Sala Tricolore

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Brescello (Reggio Emilia), 8 novembre 2014 - «A Brescello è scattato un meccanismo di solidarietà dei cittadini al sindaco caratterizzato da una sorta di strabismo perché non si è riusciti a valutare il fenomeno mafioso nella sua reale pericolosità». Gian Carlo Caselli, già procuratore capo di Torino, era ospite ieri sera in Sala del Tricolore con il magistrato Armando Spataro all’incontro organizzato dalla web tv Cortocircuito.

«Quando si dice che parlare di mafia in un territorio danneggi l’economia – prosegue Caselli – è una bestemmia. Perché l’economia viene danneggiata dall’imprenditore mafioso che viene al nord per riciclare il denaro e fa concorrenza sleale agli imprenditori onesti. Ora si parla anche di mafia liquida, perché riesce a entrare in ogni angolo della società». E sugli ‘anticorpi’ che il territorio reggiano dovrebbe avere contro la criminalità organizzata, Caselli è netto: «Ci sono in tutte le parti d’Italia, anche qui in Emilia, ma non bisogna più stupirsi che la mafia sia al nord: viene qui per riciclare. È come stupirsi che la pioggia bagna. Bisogna aprire l’ombrello e questo a volta non è stato fatto adeguatamente».

Armando Spataro, ripercorrendo la storia degli insediamenti della ‘ndrangheta al nord – cominciati, come a Reggio, con il soggiorno obbligato – ha spiegato il circolo mafioso che caratterizza il radicamento nelle regioni settentrionali. «Gli imprenditori, prima vittime del pizzo, cominciano a chiedere qualcosa in cambio: appalti. Il mafioso li può dare solo facendo pressioni sulla politica, garantendo voti – precisa Spataro – Soprattutto nei piccoli centri, dove alcune centinaia di voti possono cambiare le sorti delle elezioni, il politico è condizionabile. Una volta eletto restituisce il favore assegnando le opere pubbliche».

Un meccanismo che è stato ripreso dalla parlamentare del Movimento 5 stelle, Maria Edera Spadoni che è intervenuta durante l’incontro. «Nella primavera del 2012 a Reggio c’è stata una cena in cui ha partecipato il consigliere Giuseppe Pagliani e l’ex Rocco Gualtieri, oltre a imprenditori, professionisti e persone su cui si sono concentrate le indagini degli inquirenti – ha affermato – Iren ha affidato la gestione dei rifiuti a Tradeco e Ramm e la discarica di Poiatica ai Ciampà, aziende finite poi in indagini. Infine, e su questo presenterò un’interrogazione in Parlamento, Agac era nella società Iam con la Lico Santo Srl che a maggio è stata posta sotto sequestro dalla Dia di Roma. Dov’era in tutto questo l’amministrazione? Perché si fa tanta fatica a fare i nomi?».

Caselli, pur non entrando nel merito «perché non conosco i fatti citati», si è complimentato con la parlamentare per il coraggio e la fermezza con cui ha esposto la situazione. «Parlo per la mia esperienza, ad esempio con i pentiti. Finché si parla di omicidi, allora la lotta alla mafia va bene – ha spiegato l’ex magistrato – quando si toccano livelli più alti come la politica, allora cominciano a sorgere gli ostacoli, che spesso sfociano in violenti attacchi».