Dj Besford fa ballare anche l’America

Il producer reggiano racconta il tour a New York: «Un viaggio fisico pazzesco»

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DI LARA MARIA FERRARI

VENTOTTO serate in 12 locali differenti, in circa 70 giorni e 20mila persone viste ballare. Questa l’esperienza vissuta a New York da Dj Besford (all’anagrafe Besford Koni, italo-albanese di natali reggiani, 30 anni appena fatti), che riassume così: «Un viaggio fisico che va a toccare aspetti nascosti della propria identità. Pazzesco». L’eclettico dj/producer, che ha guadagnato il successo internazionale nel 2013 con il singolo ‘Crank It Up’, selezionato musica per D&G, Louis Vuitton, Hermès e calcato importanti dancefloor a Ibiza, Sydney, Barcellona e Parigi, ha collaborato con i più grandi artisti dance, da David Guetta ai Daft Punk, a Benny Benassi, entrando nelle compilation Buddha-Bar, Papete e Christmas Album.

Besford, dove si è esibito a New York?

«Il tour è durato dall’11 settembre al 27 novembre, per un totale di 84 ore di live dj-set. Tra i principali locali in cui sono riuscito a portare la mia musica ‘Made In Italy’ troviamo tra gli altri Marquee Club, Tao Downtown e Uptown».

Che tour è stato?

«Sono incredibilmente soddisfatto. Ho potuto proporre generi che in Italia si fa fatica a promuovere. Penso di essere cresciuto musicalmente parlando, perché ascoltare Dj Resident ti fa allargare le possibilità produttive».

Prima di diventare dj/producer so che è stato un modello.

«La carriera di modello non è mai cominciata veramente. A Sydney ho fatto cose molto importanti, come l’uomo immagine per una nota casa automobilistica. All’estero questi lavori possono coesistere molto bene con la musica».

Che ambizioni ha?

«Le rispondo senza ipocrisia: essere vergognosamente ricco, ma solo continuando a fare ciò che più mi fa stare bene. L’ambito artistico mi dà molte gioie, ma tutto fatto con sacrificio. Perché senza quello non sarebbe la stessa cosa (e non intendo quel sacrificio che ti toglie il sorriso)».

Dove ha mosso i primi passi?

«Quando facevo il cameriere in discoteca, vedevo una figura celata nell’ombra con una specie di manopola da doccia che muoveva la testa. Si vedeva che si divertiva e ho pensato: ‘voglio anch’io ridere, saltare e cantare come quel tizio’. Così ne ho fatto uno stile di vita. A 18 anni comincio in grande per uno che aveva zero esperienza e idee. Kiss di Cavola, Ugly Cafè. Grazie a eccellenti dj che la nostra provincia ha, come Domenico Baldoni, Nicola Schenetti e Dj Cerla, non mi è stato difficile imparare».

Che cos’ha imparato lavorando con i più grandi?

«Ho cominciato con professionisti come Manu LJ, il rapper Mr V, e una star mondiale come Adam Clay, i due fratelli dj’s italiani più conosciuti al mondo, i VINAI. Grazie a loro sono arrivato a suonare fianco a fianco a leggende come Avicii e David Guetta e in Australia ad aprire lo spettacolo di Will.I.Am. Tutto questo mi ha fatto scoprire certi valori, la fame di conoscenza e il mantenere i piedi saldi a terra».