Rimini, preso a testate sulla pista in discoteca da due nordafricani

Il racconto del 17enne aggredito e ferito al Turquoise

Diletta col figlio Alessandro aggredito al Turquoise. (Foto Migliorini)

Diletta col figlio Alessandro aggredito al Turquoise. (Foto Migliorini)

Rimini, 10 luglio 2018 - «Ma che fai, perché mi hai spinto?». E’ giù una testata che gli spacca lo zigomo. Vittima un 17enne di Verona in vacanza a Viserba con la famiglia e alcuni amici. «Era la sera della Notte Rosa – continua il ragazzo – verso l’una e mezza stavo raggiungendo mio fratello e i miei amici in pista, dove si balla, al Turquoise. Appena entrato un ragazzo nordafricano sui 20 anni mi ha aggredito rifilandomi una testata. Ero tramortito quando mi sono sentito dare un pugno. Sono arrivati i miei tre amici, e ci siamo allontanati. Ero intontito e spaventato. Dopo, gli amici mi hanno detto che il pugno me l’ha dato il secondo magrebino. Abbiamo bussato ai vetri di un fuoristrada della polizia, ma dopo avergli raccontato l’accaduto mi hanno consigliato di mettere del ghiaccio sullo zigomo ferito. Adesso abbiamo paura a uscire la sera a Rimini, che conosco bene perché ci vengo in vacanza da quando sono nato. Mai successo niente del genere».

Imbufalita la madre del ragazzo, Diletta Facchin: «Me lo sono visto arrivare in hotel alle 2 di notte in quello stato. Uno choc quando l’ho visto, anche se mi aveva preavvertito al cellulare. L’ho portato al Pronto soccorso, dove c’era un sacco di gente, tra ubriachi e feriti. Ci hanno detto che i tempi di attesa per quel tipo di ferita non grave sarebbero stati molto lunghi, fino 5-6 ore. Consigliandoci, visto che avevo lasciato la bimba in hotel, di raggiungerla e medicare da sola mio figlio. L’indomani siamo andati dai carabinieri, ma ci hanno spiegato che per la denuncia serviva il referto medico, che non avevamo. Così abbiamo fatto una semplice segnalazione contro ignoti».

Diletta Facchin, anche «a nome di altri genitori con figli adolescenti, residenti e turisti di Viserba», parla di «senso di rabbia e impotenza che ci accompagna da quella notte è grande. Anche perché siamo assidui frequentatori di queste zone. D’altra parte credo non sia giusto negare a dei ragazzi di partecipare a una festa solo perché in certi luoghi circolano liberamente individui pericolosi. I ragazzi sono usciti anche ieri sera. Non devono fare le 3, ma neanche avere il coprifuoco a mezzanotte».

«Dopo la chiusura forzata dell’agosto scorso – replica il titolare del Turquoise, Maurizio Bronzetti – ora lavoriamo con sei persone della security, un’illuminazione da 2mila watt, e quella sera c’erano transenne e recinzioni. Poi non possiamo vietare di venire in spiaggia a nostro gusto. Episodi spiacevoli succedono ovunque. La Questura di Rimini, dopo la Notte Rosa, si è complimentata per il nostro lavoro, dopo aver visionato le misure preventive attuate. Tra l’altro, affianchiamo alle cassiere tre addetti al controllo per evitare che acquistino alcolici i minorenni. Nel dubbio vengono sempre chiesti i documenti. Il problema è che c’è troppa gente non a posto a Rimini. Da noi dall’inizio di maggio hanno rubato 30 biciclette». «Se quel ragazzo è minore – conclude polemico Bronzetti – dico che la madre avrebbe dovuto accompagnarlo. Non sarebbe opportuno far uscire i minorenni da soli, o comunque bisogna farli rientrare a mezzanotte».