Angeli rossi di rabbia. Salvataggi in Procura. Un esposto contro l’ordinanza balneare

L’associazione di marinai ’Marino Bardeggia’ ha reso noti "i pericoli per la balneazione derivati dalle scelte della Regione". Nel mirino il servizio alternato e l’estensione di spiaggia da sorvegliare.

Angeli rossi di rabbia. Salvataggi in Procura. Un esposto contro l’ordinanza balneare

Angeli rossi di rabbia. Salvataggi in Procura. Un esposto contro l’ordinanza balneare

Esposto contro l’ordinanza balneare emessa dalla Regione. I marinai di salvataggio fin dalla prima ora avevano contestato la nuova regolamentazione degli orari in torretta. Ora passano ai fatti presentando un esposto in procura, comunicato anche a prefettura e autorità competenti, attraverso il proprio avvocato, Roberto Biagini. L’associazione dei marinai di salvataggio Marino Bardeggia, ha dato l’incarico al legale di presentare un esposto per rendere noto alle autorità e alla procura i pericoli per la balneazione che verrebbero generati dal provvedimento della Regione. I salvamenti parlano di "dissenso e totale contrarietà" nei confronti di quanto contenuto nell’ordinanza. Viene contestata "la decisione di Andrea Corsini (assessore al Demanio ndr), presa in accordo con le Capitanerie di Porto e le cooperative di gestione del servizio di salvataggio, di attivare il servizio alternato di sorveglianza nelle torrette dalle 12,30 alle 14,30, con un salvataggio ogni 300 metri anziché 150, con la conseguente copertura di uno specchio d’acqua di 90mila metri quadrati".

Secondo gli uomini e le donne che salgono tutti i giorni in torretta in estate, "questo modello di sorveglianza in mare non può assolutamente garantire sicurezza nel caso di intervento. Inoltre rileviamo lo stress per il salvataggio che si trova a dover sorvegliare uno spazio così ampio tra battigia e mare soprattutto quando ci sono condizioni di mare mosso". Tutto questo si traduce "in un grande problema per bagnanti e turisti che vogliono farsi un bagno". La battaglia per i tuffi sicuri in mare si sposta dalle sale dei municipi costieri, dove l’associazione dei marinai di salvataggio ha cercato una mediazione con i Comuni, alla Procura. Nell’esposto viene definita "scellerata" la decisione di ridurre il servizio del 50% nelle ore del pranzo: "Si diminuiscono pericolosamente gli standard di sicurezza, orizzonte visivo di controllo e quindi maggiori difficoltà a individuare soggetti in difficoltà, aumento della tempistica per eventuali interventi congiunti , in quanto aumentano le distanze".

La domanda che i salvamenti oggi pongono è: "Una vita da salvare tra le 12,30 e le 14,30 ha minore dignità rispetto alle altre ore della giornata? Vale di meno? Per la politica e le istituzioni sembrerebbe di sì". Resta poco più di un mese di tempo per intervenire e modificare l’ordinanza e la sua applicazione. La partenza della stagione con i marinai di salvataggio è fissata al 25 di maggio. Meteo a parte si prospetta un’estate calda in torretta ed anche in spiaggia dove sempre ieri Roberto Biagini in qualità di presidente del Conamal, invitava i cittadini a piantare ombrelloni negli stabilimenti balneari visto che "le concessioni demaniali sono scadute al 31 dicembre 2023". Dunque "nessuno potrà impedire ai fruitori dell’arenile di stendere asciugami e piantare ombrelloni in qualunque punto della spiaggia".

Andrea Oliva