Anziani bloccati sulle Dolomiti dal Covid

La comitiva ha chiesto aiuto al Comune per rientrare dalla Val di Fassa. Oggi il trasporto speciale grazie all’Associazione carabinieri

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di Francesco Zuppiroli

Tutto è nato con un sos. Affidato a una mail spedita alla casella personale del sindaco Jamil Sadegholvaad come una pergamena in bottiglia al mare. "Siamo un gruppo di nove anziani riminesi positivi al Covid. Siamo bloccati in Val di Fassa. E non sappiamo come tornare". Questo il contenuto di una richiesta di aiuto arrivata nei giorni scorsi da parte di nove riminesi tra i 70 e gli 80 anni che si trovavano dal 3 luglio sulle Dolomiti per una gita di piacere come il gruppo, composto in tutto da trenta persone, era solito "fare da cinquant’anni a questa parte", come spiega Elena, 75 anni, e colei la quale ha personalmente messo ’il messaggio dentro la bottiglia’. "Ho scritto una mail al sindaco dopo che durante il nostro soggiorno in Val di Fassa un focolaio di Covid è arrivato a rovinarci la vacanza". Un sogno divenuto incubo, che ha obbligato nei giorni scorsi gli altri membri della comitiva risultati positivi (in tutto oltre dieci persone) a rientrare a Rimini, fortunatamente per loro in modo autonomo. Una fortuna tuttavia non condivisa con i nove anziani che tuttora si trovano bloccati in un hote a Vigo di Fassa, impossibilitati a rientrare con il pullmino della comitiva o attraverso i mezzi pubblici perché positivi e sprovvisti di un transfert autonomo e privato.

Da qui, "da questa necessità" è partito l’sos a Palazzo Garampi, raccolto alacremente dall’assessore ai servizi sociali Kristian Gianfreda, il quale si è subito attivato per organizzare per i nove anziani riminesi un trasporto alternativo, che gli permettesse di giungere all’epilogo della disavventura. Quell’epilogo avverrà oggi, in coincidenza con l’ultimo giorno della vacanza programmata dalla comitiva, quando alle 8.30 da Rimini partiranno due pullmini alla volta del Trentino Alto-Adige alla cui guida saranno in tutto quattro, due per ogni mezzo, volontari dell’Associazione carabinieri di Rimini. "A loro e all’assessore Gianfreda vanno i ringraziamenti di cuore da parte di tutti noi", spiega dalla Val di Fassa la signora Elena. Il trasporto speciale dei nove anziani, che fortunatamente non presentano sintomi gravi a seguito del contagio, è stato infatti organizzato appositamente dal Comune e dall’agenzia viaggio. Quest’ultima ha noleggiato appunto altri due pulmini che saranno guidati nel corso della giornata odierna da due autisti volontari dell’associazione carabinieri, contattati dal Comune stesso e che si sono offerti per portare a Rimini gli anziani in difficoltà.

Una manovra questa, che consentirà quindi oggi, nel tardo pomeriggio, il ritorno a casa dei turisti riminesi contagiati evitando così il loro trasferimento, da parte dell’Ausl di Trento, in un alloggio provvisorio, in attesa del tampone negativo, la cui data era stata fissata successivamente all’ultimo giorno di prenotazione della vacanza.

"Sono intervenuto – spiega Kristian Gianfreda, assessore ai servizi sociali – perché nessun vettore era disposto ad accompagnare i positivi, nonostante la normativa Ausl preveda un protocollo che autorizzi al trasporto anche i privati cittadini. E insieme all’associazione carabinieri di Rimini, che ringrazio, abbiamo lavorato affinché si riuscisse in modo alternativo a permettere a questi nove concittadini di non prolungare oltre la loro odissea sulle Dolomiti. Con l’aiuto dei volontari riusciamo così a portare a casa i nostri cittadini, che adesso potranno proseguire e concludere a Rimini il percorso di cura e delle verifiche dei tamponi d’uscita previsti dalla procedura sanitaria", conclude l’assessore. Un viaggio lungo, di cinque ore all’andata e altrettante al ritorno, che i quattro volontari sosterranno proprio oggi per riportare i nove anziani a casa. Perché questa volta l’sos in casella non si è perso come in mare. Ma è stato raccolto. Ascoltato. Esaudito.