Arpae assicura: "Nessun errore umano, si è trattato di un evento straordinario"

Il biologo Francesco Ortali: "Noi usiamo il giusto metodo di misurazione, quello del Comune è vecchio"

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Francesco Ortali, biologo e tecnico di Arpae, in appena 24 ore i valori del nostro mare sono rientrati nella norma. Cosa è cambiato in poco tempo?

"La pulizia naturale del mare è un processo, che di per sé non impiega mai oltre le 48 ore di tempo".

Ma come mai si è manifestato questo sforamento dei parametri solo nel tratto di costa riminese?

"Questa è una domanda che ci stiamo ponendo anche noi e a cui vogliamo dare presto una risposta. L’ipotesi è che le condizioni favorevoli alla proliferazione degli escherichia coli in acqua qui si siano accentuate molto in questo periodo".

Quali sono le cause da voi individuate alla base di tale anomalia?

"Va premesso che si sia trattato di un evento assolutamente straordinario. In attesa di riscontri definitivi, pensiamo che la concomitanza di alcune condizioni straordinarie dovute al cambiamento climatico abbiano portato al superamento della soglia limite per i 28 punti del territorio".

Di quali fattori parliamo?

"Li stiamo valutando, ma l’ipotesi tecnica è appunto che la prolungata siccità abbia influito, rendendo i fiumi come pozze d’acqua stagnante in cui gli escherichia coli proliferano più facilmente. Inoltre, sono calati drasticamente gli apporti di acqua dolce, che diluisce il mare. Altro fattore è che in questo periodo l’acqua abbia raggiunto temperature mai raggiunte prima nel momento in cui si sono svolte le rilevazioni. Parliamo anche di 28 gradi, mantenuti per più giorni consecutivi. Questo rallenta l’autodepurazione del mare e quindi la proliferazione dei batteri che monitoriamo attraverso i campionamenti delle acque".

Esclude categoricamente che si sia trattato di un errore umano nelle misurazioni?

"Nulla è del tutto inammissibile. Tutti possono sbagliare, ma escludiamo sia questo il caso".

Perché?

"Perché il nostro metodo di misurazione è l’unico accreditato. Ciò significa avere un processo analitico estremamente controllato in ogni suo passaggio. E poi, se avessimo sbagliato, non solo Rimini avrebbe avuto dei valori sballati, bensì tutti e 98 i punti dell’Emilia Romagna che monitoriamo ciclicamente".

Come si spiega allora le discrepanze rispetto alle analisi compiute in contemporanea dal Comune di Rimini?

"Il metodo dell’Arpae è accreditato a livello nazionale e internazionale, l’unico riconosciuto come in grado di rilevare correttamente gli escherichia coli nelle acque marine. Le altre analisi sono state fatte con un metodo che dal 2017 la comunità scientifica ha dichiarato non così attendibile per le acque marine".

Francesco Zuppiroli