Atleta espulso per terrorismo I giudici del Tar: "E’ pericoloso, non poteva restare in Italia"

Respinto il ricorso di un maratoneta marocchino che correva per una società riminese. Kabbouri era rimasto coinvolto in un’indagine sull’Isis dopo l’arresto di un connazionale.

Atleta espulso per terrorismo  I giudici del Tar: "E’ pericoloso,  non poteva restare in Italia"

Atleta espulso per terrorismo I giudici del Tar: "E’ pericoloso, non poteva restare in Italia"

Yassine Kabbouri non può tornare in Italia, dove aveva iniziato una brillante carriera di maratoneta. Così hanno deciso i giudici del Tar, respingendo il ricorso presentato dal suo avvocato, Michele Neri, che si era opposto al diniego del permesso di soggiorno e alla conseguente espulsione di Kabbouri, rimpatriato in Marocco nel febbraio del 2020. L’atleta, che viveva in quel periodo a Savignano (era ospiti di alcuni amici) e gareggiata per i colori della società Dinamo running di Bellaria, era stato allontanato dall’Italia perché coinvolto in un’indagine sul terrorismo di matrice islamica. Secondo gli inquirenti, Kabbouri avrebbe avuto rapporti con un connazionale, arrestato nel 2017 in Piemonte per terrorismo perché affiliato all’Isis e accusato di reclutare nuovi ’soldati’ per la causa islamica. Secondo gli inquirenti, lo stesso Kabbouri avrebbe avuto un ruolo nelle attività di propaganda del Califfato. Da qui la decisione della Questura di Forlì-Cesena di negargli il permesso di soggiorno, in quanto "costituisce una minaccia per la sicurezza nazionale". Una segnalazione arrivata dopo che la Questura di Rimini aveva dato l’ok al permesso di soggiorno per Kabbouri, chiesto dalla società bellariese con cui era stato tesserato nel 2019.

"Non comprendiamo la decisione del Tar, non è in alcun modo motivata – attacca Neri, avvocato dell’atleta – Sono già trascorsi tre anni dalla sua espulsione, eppure non abbiamo avuto ancora la possibilità di leggere gli atti in cui lo si accusa". Ma i giudici del Tar, nella sentenza (depositata ieri) sottolineano come "non può ravvisarsi carenza di motivazione" perché "in presenza di una segnalazione del sistema informativo Schengen non risulta necessaria alcuna attività istruttoria da parte della Questura". Per Neri "siamo di fronte a un’ingiustizia". Perché Kabbouri, che arrivato in Italia nel 2009 per diventare un atleta professionista, "non ha mai fatto propaganda per l’Isis. Dopo l’espulsione la sua vita, sportiva e non solo, è stato rovinata".

ma.spa.