"Avevamo bisogno del calore romagnolo"

I turisti fuggiti da Milano e da tutta la Lombardia: "Abbiamo vissuto settimane da incubo e troppo tristi, qui ci sembra di rinascere"

Migration

"Siamo partiti all’alba per venire a Rimini. Facciamo il doppio dei km rispetto alla Liguria ma i sorrisi e l’accoglienza che riceviamo qui, mai da altre parti al mondo". I lombardi coraggiosi sono già sdraiati al sole sulla spiaggia, al bagno 26 di Gabriele Pagliarani. Il bagnino più famoso d’Italia li accoglie a braccia aperte. "Non vedevo l’ora che tornassero – racconta Gabriele – molti di loro vengono qui da quando erano ragazzi. Rivederli è stato bellissimo". Come Milena e Giuseppe Mirisola, di Milano città, che si fermano solo due giorni: "Ci siamo alzati all’alba per essere qua già in mattinata. Abbiamo vissuto troppo la malattia della solitudine. Una Milano silenziosa e deserta da fare venire i brividi. Dopo 2 mesi e mezzo dovevamo venire assolutamente in Romagna. A costo di starci solo 48 ore". Da Monza, Laura Iannucci ha voluto festeggiare l’incontro con il compagno Luca Cassani di Bologna, proprio a Rimini. "Siamo stati separati per tutta la quarantena – spiega – incontrarci di nuovo e trascorrere del tempo al mare è la sensazione più bella. Mi sento libera, senza mascherina, in costume, i piedi sulla sabbia". Da Lodi, le sorelle Laura e Paola Quaini, per la prima volta sono a Rimini: "In Romagna ci siamo cresciute. Tra Igea Marina e Milano Marittima. Dopo tre mesi il desiderio di uscire è forte. Avevamo bisogno di prendere la giusta energia per affrontare ciò che succederà a settembre". Perché i lombardi scelgono Rimini? "Qua è tutto ben organizzato e gli spazi in spiaggia sono più ampi – commenta Quaini – Abbiamo vissuto periodi molto brutti. Persone intorno a noi sono morte. Avevamo bisogno di un luogo che ci potesse dare sicurezza nel segno della libertà. Vedere qua gente anche senza mascherina è bellissimo. C’è una naturalezza che da noi si è persa".

Rita Celli