Bagni vietati, la Regione apre un’indagine

Controlli anche nei fiumi per capire le cause dell’anomalia rilevata nel Riminese. I sindaci: "Evitiamo nuovi disastri"

Bagnanti a riva in uno dei (tanti) punti di Rimini dov’era stata vietata la balneazione

Bagnanti a riva in uno dei (tanti) punti di Rimini dov’era stata vietata la balneazione

Qual’è stata la causa dei valori anomali di escherichia coli rilevati su (quasi) tutto il litorale riminese, che ha costretto i sindaci a vietare la balneazione? Dopo il caso della scorsa settimana, che ha causato mille polemiche ed enormi danni economici alla Riviera, ieri c’è stato un nuovo vertice tra Regione e Comuni. Erano presenti tutti i sindaci (ma per Rimini l’assessore Anna Montini ha fatto le veci di Sadegholvaad), che hanno chiesto a gran voce un tavolo permanente sul sistema di controllo delle acque. Impegno mantenuto dalla Regione.

Nel summit di ieri, la proposta arrivata dai sindaci è stata quella di "evitare che la prossima volta, in caso di nuovi valori anomali, scattino subito i divieti di balneazione". Insomma: prima di imporre lo stop ai tuffi "si facciano le controanalisi". In questo modo "eviteremo altri disastri". Alla Riviera riminese i divieti della scorsa settimana, durati un giorno e mezzo, sono costati cari: dannI d’immagine, tante disdette negli hotel. Ma la proposta è stata bocciata dalla Regione, che ha spiegato che per legge i divieti di balneazione debbano scattare da subito. L’assessore all’ambiente, Irene Priolo, ha ribadito che "non ci sono stati errori negli esami effettuati da Arpae", che avevano evidenziato livelli abnormi di batteri in 26 punti del nostro mare, da Bellaria a Cattolica. La Regione aveva parlato di "evento eccezionale" dovuto al caldo e alle condizioni meteo. E’ una spiegazione che non convince i sindaci. Ecco perché Regione e Comuni ieri hanno concordato di avviare da subito con Arpae ed Hera "ulteriori approfondimenti". Saranno svolti esami su fiumi e zone di ristagno vicino al mare per capire se ci sono stati sversamenti irregolari e altre cause che hanno provocato i livelli anomali di batteri nel litorale riminese.

Insomma, una vera e propria indagine per comprendere i motivi che hanno portato a valori oltre il limite, e adottare (nel caso) interventi sugli eventuali punti di criticità riscontrati. Nel serrato confronto con la Regione, dai sindaci è arrivata forte e chiara la richiesta di "fare tutto il possibile", sia per capire i motivi degli sforamenti, sia per "evitare nuovi divieti nel pieno della stagione, senza avere prima certezze sulle cause".

Manuel Spadazzi