Divieti di balneazione, i bagnini denunciano l'Arpae: "Tuffi vietati e danni al turismo"

Rimini, esposto delle cooperative. In evidenza presunte carenze e contraddizioni nelle analisi effettuate Mussoni: "Non cerchiamo colpevoli ma eventuali negligenze, vogliamo sapere che cosa è successo"

Il presidente nazionale dei balneari di Oasi, Giorgio Mussoni

Il presidente nazionale dei balneari di Oasi, Giorgio Mussoni

Rimini, 19 agosto 2022 - Trecentocinquanta bagnini sul piede di guerra. Lo strano caso del divieto di balneazione lampo di fine luglio scatena un’onda lunga, un potenziale tsunami che si materializza in un esposto alla Procura della Repubblica. Già pronto, sarà presentato a giorni dalla cooperativa bagnini di Rimini Nord, dalle due di Riccione, Cattolica e Misano, e dalla cooperativa di Bellaria Igea Marina.

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Tutte parte della galassia Oasi. Undici pagine di esposto più 30 di allegati tra ordinanze, direttive e articoli di stampa. Le cooperative, a firma dei rispettivi presidenti, ricostruiscono dettagliatamente le vicende di quei giorni, devastanti per la riviera. Mettono in evidenza presunte carenze e contraddizioni nelle analisi effettuate dall’Arpae regionale. A partire dal divieto che ha colpito le sole 26 acque di balneazione del Riminese più altre 2, su 98 della costa regionale, lasciando indenni quelle confinanti, risultate in ottima salute. E la disastrosa comunicazione delle stesse, nei giorni successivi. "L’intero sistema turistico della riviera ha subìto danni pesantissimi, con tante prenotazioni disdette, e ancora più rilevanti danni di immagine – attacca il presidente nazionale dei balneari di Oasi, Giorgio Mussoni –. In quei giorni vennero posti divieti.

Dopo un giorno o poco più i parametri riguardanti escherichia coli ed enetococchi intestinali risultarono tornati nella norma. Noi chiediamo di sapere che cosa è successo in realtà. Nessuno lo ha mai detto chiaramente. Sono state solo avanzate delle ipotesi, anche contraddittorie, da parte delle autorità competenti, legate a caldo, siccità, alte temperature, scarsa ventilazione di quei giorni e ridottissimo apporto idrico dei fiumi. Fenomeni diffusi però su tutta la costa regionale. Tutte ipotesi che hanno ingenerato forti perplessità. Il Comune di Rimini lo stesso giorno il 26 luglio, a distanza di mezz’ora dalle analisi fatte da Arpae e nelle stesse zone di prelievo, ha incarico il laboratorio Lav di fare prelievi, risultati ampiamente nella norma". Nell’esposto si ipotizza anche "ritardi dei tecnici Arpae" nelle successive contro analisi.

E si ricorda come "alcune associazioni di categoria hanno anche ipotizzato si possa essere trattato di un errore umano". "L’iniziativa è partita da Riccione, e la stiamo allargando anche ad altre categorie del turismo", sottolinea Diego Casadei, presidente provinciale Oasi.

"Non cerchiamo colpevoli ma eventuali negligenze – chiosa Mussoni –, chiediamo solo di sapere che cosa è successo in quei giorni di fine luglio, per evitare che situazioni del genere possano ripetersi in futuro". Mussoni ipotizza un collegamento tra le notizie sulla ’balneazione chiusa’ in riviera e "i primi dieci giorni di agosto molto fiacchi dal punto di vista turistico, quando ci siamo giocati una parte degli ospiti".