"Basket e fede, così sono finito in mostra"

Don Marco Foschi, parroco di Igea, protagonista del progetto fotografico dedicato ai sacerdoti e alle suore campioni dello sport

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Ci vuole un fisico bestiale, per diventare l’uomo copertina della mostra fotografica Mens sana in corpore sano, di Stefano Guindani. Il progetto che ritrae in una serie di scatti in bianco e nero sacerdoti, suore, donne e uomini di Fede praticare sport, allestito alla Galleria Leica di via Mengoni a Milano dallo scorso 23 settembre al 26 novembre. Un progetto di cui don Marco Foschi, 57 anni, parroco di Igea centro, è diventato il volto e ambasciatore, grazie allo scatto iconico che lo ritrae nell’abito talare andare a canestro in terzo tempo su un campetto da basket bagnato dalla pioggia.

D’altronde, il basket "è l’unico sport che tende al cielo", a Dio, parafrasando la celebre frase del campione Nba Bill Russell...

"Una frase che calza a pennello. Ogni volta che gioco a basket, e lo farò fin quando potrò, questo sport mi aiuta ad alzare il corpo e lo sguardo verso l’Alto. È sinonimo di spiritualità".

Quando è nata la sua passione per la pallacanestro?

"Nasco come calciatore, ma a 13 anni, essendo originario di Rimini e abitando allora a pochi passi dal palasport, mi sono avvicinato al basket vedendo la grande cavalcata del Rimini verso l’A2 guidata da coach Bucci. Da lì è stato amore a prima vista e ho continuato per tutto il percorso delle giovanili e oltre. Ho giocato anche da sacerdote in alcuni campionati locali".

Ma non c’è solo il basket nella sua vita sportiva, giusto?

"Mi autodefinisco una ’polisportiva viaggiante’. Oltre al calcio e la pallacanestro sono un grande appassionato di sci. Ho partecipato a diverse edizioni, nei primi anni 2000, dei campionati italiani di sci per sacerdoti a Sestola. E anche a un paio di manifestazioni europee sempre per preti sciatori. Ancora adesso quando posso vado a sciare sulle Dolomiti".

Montagna e anche mare?

"Ovviamente. Restanto ’in quota’ sono un grande appassionato di trekking e dal ’98 organizzo camminate per i parrocchiani sui nostri Appennini. Essendo però da nove anni in una parrocchia di mare, ho preso l’abitudine di celebrare la messa all’alba in riva al mare".

Nella sua vita insomma sport e Fede sono un tutt’uno?

"Fin da ragazzo ho capito che la vita spirituale non va separata dalle esperienze umane come lo sport. Anche la fede vuole essere un aiuto per essere persone ’integrali’. Ogni domenica pomeriggio perciò mi impegno a trasformare la piazza della chiesa a Igea in un luogo di ritrovo sportivo per tutti".

E come è arrivata questa sua passione ad essere immortalata dal fotografo Guindani?

"Per caso in realtà. Mi ha ’scoperto’ grazie ad alcune foto su Facebook. E ha ritenuto impersonassi lo spirito della mostra fotografica a cui stava lavorando. È venuto a Igea un giorno e quella foto è stata scattata tra una funzione e l’altra, in una giornata di pioggia".

Francesco Zuppiroli