Rimini, cacciatore spara ai fagiani e colpisce tre cicliste

Le ragazze sono state centrate lungo il Marecchia. Scatta la denuncia ai carabinieri: "I pallini mi hanno preso alla gamba"

Laura Baldacci insieme all’amica Morena vicino al luogo da cui sono partiti gli spari

Laura Baldacci insieme all’amica Morena vicino al luogo da cui sono partiti gli spari

Rimini, 12 novembre 2021 - Doveva essere una tranquilla uscita in mountain bike. Tre amiche che pedalano in mezzo al verde. Il fiume Marecchia sullo sfondo. "Eravamo quasi arrivate all’altezza dello stadio del baseball, quando a un tratto ho sentito uno scoppio e poi qualcosa sibilare sopra le nostre teste. D’istinto mi sono abbassata, appiattendomi sul manubrio. Ho iniziato a urlare. I colpi sono finiti contro la paratia metallica che fiancheggia il percorso. Solo in quel momento ho realizzato che ci avevano sparato addosso". Brutta disavventura per Laura Baldacci e le amiche Elena e Morena, tre appassionate biker iscritte al gruppo ciclistico Matteoni.

Mercoledì mattina il terzetto si trovavano sulla pista ciclabile sul lato destra del Marecchia, quando un cacciatore – forse alla ricerca di fagiani – ha fatto partire una sventagliata, che non le ha raggiunte per puro miracolo. I pallini si sono infranti contro la recinzione che costeggia il tracciato. Le tre amiche hanno impiegato alcuni minuti per riprendersi dallo choc. Con il cuore in gola, hanno chiamato i carabinieri, che sono accorsi sul posto per effettuare un sopralluogo e raccogliere la loro denuncia. Del cacciatore nessuna traccia, anche se in compenso lì attorno sono stati ritrovati i pallini partiti dalla doppietta.

"È stata un’esperienza traumatizzante – riferisce Laura, che ha condiviso il racconto anche sulle pagine dei social network –. Per fortuna, quando ho sentito lo scoppio dell’arma, mi sono abbassata istintivamente. I colpi sono passati vicinissimo all’orecchio, mancandomi per un pelo. Un secondo in più, e avrei fatto una brutta fine. È andata peggio alla mia amica Elena, che invece è stata raggiunta alla gamba dai pallini, che hanno lacerato la sua tuta per le uscite in mountain bike. Non è rimasta ferita, grazie al cielo, ma la paura è stata davero tanta. Una volta capito quello che era successo, ci siamo guardate attorno, ma non abbiamo scorto il cacciatore da nessuna parte. In quel punto, d’altra parte, gli alberi sono molto fitti. Abbiamo chiamato i carabinieri, che sono stati molto gentili e ci hanno tranquillizzate".

L’esperienza ha provato non poco le tre cicliste, che però non hanno affatto intenzione di rinunciare alle loro uscite in sella alle due ruote. "Vorremmo approfittare di quest’occasione per lanciare un messaggio. Purtroppo non è la prima volta che sentiamo di appassionati di ciclismo impallinati accidentalmente da qualche doppietta. Qualche mese fa era capitato ad un giovane di Verucchio, che addirittura aveva ritrovato un pallino conficcato nel caschetto. Per noi è inconcepibile che nei pressi di un anello ciclabile, luogo frequentato anche da famiglie con bambini, circolino liberamente dei cacciatori con le loro armi da fuoco oltre a cani senza guinzaglio e museruola. E’ un problema che riguarda la sicurezza di tutti".