Calvano stoppa la guerra: "No alle primarie Tre giorni per trovare un candidato unitario"

Colpo di scena nella direzione Pd: il segretario regionale blocca la corsa di Petitti e Sadegholvaad per cercare un’altra soluzione "Abbiamo solo 72 ore, ma le vie del Signore sono infinite. A Rimini fare le consultazioni significa regalare la vittoria al centrodestra"

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di Manuel Spadazzi

Fermi tutti, le primarie a Rimini non s’hanno da fare. Quando ormai nulla sembrava impedire la sfida tra Emma Petitti e Jamil Sadegholvaad, ecco il colpo di scena. Con la regia di Stefano Bonaccini e il segretario regionale del Pd Paolo Calvano a recitare il ruolo di interprete della svolta. Venerdì sera la direzione comunale del Pd si è riunita per stabilire come scegliere il candidato sindaco del centrosinistra, e la strada delle primarie appariva scontata dopo tre mesi di tensioni, scontri e colpi bassi tra i sostenitori di Emma e quelli di Jamil. Tanto più dopo quanto è accaduto in questi giorni, con i fedelissimi della Petitti che (giovedì sera, nella riunione della maggioranza) hanno detto a Gnassi che da qui alle comunali deve limitarsi all’ordinaria amministrazione, e sottoporre le delibere al vaglio dei candidati alle primarie. In questo clima infuocato, venerdì tutti si aspettavano nella direzione comunale del Pd la resa dei conti e il via libera alle primarie. Ma Calvano ha spiazzato e fermato tutti: "Ci prendiamo tre giorni per verificare se c’è ancora la possibilità di una candidatura unitaria. Vogliamo evitare le primarie, che sarebbero un disastro per Rimini in queste condizioni".

Calvano, riuscirete in tre giorni a fare quello che non si è riusciti a fare in tre mesi?

"Come ho detto venerdì durante la direzione, le vie del Signore sono infinite ma abbiamo poco tempo per percorrerle. Dobbiamo provarci, per il bene di Rimini e dei riminesi".

Cercherete un terzo candidato?

"Ci siamo presi 72 ore di tempo per verificare se esiste una strada che eviti le primarie a Rimini. Non ho in tasca soluzioni precostituite, nomi non ne faccio. Mi sono preso una grande responsabilità, ma sono convinto che in questa fase tutti i dirigenti del partito, a livello locale, regionale e nazionale, debbano sforzarsi di cercare una soluzione autorevole e alternativa alle primarie".

Perché le primarie fanno così paura a Rimini?

"Perché a differenza di altre città, e penso a Bologna, qui le primarie rischiano di dividere anziché unire, di restringere il campo anziché allargarlo. Non possiamo regalare Rimini al centrodestra dopo 10 anni in cui l’ammistrazione Gnassi ha cambiato volto alla città e fatto tante buone cose. Le primarie a Rimini rischiano di essere un burrone".

E se non si troverà il candidato unitario?

"Allora il Pd martedì sera approverà il regolamento per svolgere le primarie".

Gnassi ha tuonato contro i fedeli della Petitti, che gli hanno chiesto di limitarsi all’ordinaria amministrazione e di sottoporre le delibere ai candidati da qui alle elezioni. Anche lei non le ha mandate a dire...

"E’ vero. Ho detto in modo chiaro che l’amministrazione Gnassi è stata molto importante per Rimini. A maggior ragione qualunque sia la strada che decideremo, non deve inficiare il percorso e le ulteriori scelte che Gnassi e la sua giunta dovranno prendere, alcune delle quali hanno ricadute importanti non solo per Rimini ma per tutta la regione".