Caro prezzi, arriva la stangata: tremila euro in più per ogni famiglia

Inflazione alle stelle: Rimini è la 12ª città più costosa d’Italia. Federconsumatori: "La gente va al risparmio"

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di Francesco Zuppiroli

Famiglie al verde, pasta in bianco e conti in rosso. Questa è l’Italia tramortita dalla stangata dell’inflazione, che colpisce e affonda anche le famiglie riminesi. Secondo i dati resi noti ieri dall’Istat infatti, anche a ottobre l’inflazione non ne vuol sapere di diminuire e schizza ancora in alto facendo registrare a Rimini un +12,2% che vale il 12esimo posto tra le città più care d’Italia in termini di spesa aggiuntiva annua. Appena fuori dalla Top10 insomma, ma sopra alla media nazionale di qualche decimo di punto percentuale, con un rincaro annuo per famiglia di 2.948 euro (dato Istat), che Federconsumatori a propria volta stima invece in 3.500 euro spesi in più nel 2022, di cui 800 solo per il settore alimentare.

Numeri da impallidire comunque li si guardi, che vanno contestualizzati secondo Graziano Urbinati, presidente di Federconsumatori Rimini, stretti tra l’incudine e il martello: "tra il caro energia e la speculazione anche nel settore degli alimentari". Ed è così che da contraltare a un’impennata senza precedenti per il settore energetico, con variazioni tendenziali del 203,2% sulla luce, del 113,9% per il gas e +88,7% per i combustibili solidi, lo fa il settore alimentare. Non a caso, dati alla mano, il carrello della spesa si è appesantito nel costo, pur rimanendo pieno allo stesso modo, del +13,2% come valore medio per i riminesi.

Supermercati come gioiellerie, specie per chi tra gli scaffali fruga per comprare olio e grassi, capiclassifica di rincari con un’impennata esponenziale del prezzo: +27,6%. A Rimini però serve portafoglio gonfio e sangue freddo persino per comprare un pezzo di pane, che assieme ai cereali è letteralmente ’lievitato’ nel costo del 14,5%. Discorso analogo, se non peggio, per latte e derivati e uova, tutti cresciuti del +17,2%. Più contenuti, si fa per dire, i rincari su carne (+12%), pesce (+11,3%) e frutta (+3%), mentre anche le verdure non si sfilano dagli aumenti con un +14,6%.

Una "spirale di crisi", come la definisce Federconsumatori, che per l’appunto graverà nel 2022 per tremila euro in più complessivamente sulle spalle delle famiglie di Rimini. Stima questa che tiene conto della proiezione secondo l’attuale inflazione e che nel quotidiano ha già avuto "pesanti conseguenze" sugli stili di vita. "Federconsumatori ha rilevato il calo del consumo consumo di carne e pesce del -16,8% – afferma Graziano Urbinati – e la riduzione del consumo di verdura (che riguarda il 12,9% dei cittadini), fino al ricorso sempre più assiduo a offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 46% dei cittadini). In tale contesto gli sconti del Black Friday (il prossimo fine settimana, ndr) assumono un nuovo significato: la maggior parte di chi acquisterà lo farà in vista delle festività natalizie oppure effettuerà acquisti proprio nel settore alimentare".

È al netto di questa situazione che "oltre alla ovvia necessità di aiuto governativi più consistenti – incalza Urbinati – è improrogabile un intervento locale. Guerra e speculazione fanno correre i prezzi e come Federconsumatori auspichiamo in risposta un’azione più coordinata. Da tempo avanziamo l’ipotesi di un tavolo di lavoro locale per monitorare e intervenire nei casi di speculazione sui prezzi. Attendiamo fiduciosi, ma il tempo stringe" e l’impennata dei prezzi non aspetta proprio nessuno.